“Tourists go home”. Un invito rivolto ai turisti tutt’altro che velato a tornare a casa, riportato sulla roccia con le impronte fossili di dinosauro ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo utilizzando un pennarello di colore nero indelebile.
Un “tornatevene a casa vostra” rinvenuto quasi per caso ieri alle prime luci del giorno da tre escursionisti diretti al monte Paterno per una arrampicata.
Moreno Pesce, atleta amputato pluridecorato, veneziano di nascita ma auronzano d’adozione, di fronte a “cotanto scempio” ha deciso di fermarsi e di documentare l’acaduto con foto e un video. Uno sfregio al monumento naturale simbolo delle Dolomiti patrimonio Unesco meritava la denuncia social.
Al suo fianco Lio De Nes, storica guida alpina di casa alle Tre Cime, ed Antonio Rizzo, a sua volta guida alpina, siciliano di Nicolosi, partito dall’Etna per trascorrere qualche giorno tra le Dolomiti dell’Alto Bellunese insieme ai due amici.
Le immagini, neanche a dirlo, hanno fatto molto presto il giro del web creando un sentimento crescente di amarezza mista a malcontento.
«Perché imbrattare un monumento riconosciuto ed ammirato in tutto il mondo come le Tre Cime di Lavaredo, peraltro su una roccia recanti le impronte del carnivoro preistorico Eubrontes?», si chiede sconcertato l’autore della scoperta, Moreno Pesce.
Il rinvenimento è stato effettuato lungo il sentiero che dal rifugio Auronzo conduce a forcella Lavaredo, poche decine di metri prima della cappella degli Alpini.
Oggettivamente difficile stabilire i contorni della vicenda. La scritta contro i turisti tracciata su quel masso fa pensare a qualcuno che quei luoghi li conosce bene, eppure immaginare un residente che si mette a scrivere con un pennarello indelebile su una roccia ai piedi delle Tre Cime così nota e importante per le sue impronte fossili, con il chiaro intento di arrecarvi un danno, risulta ai più quantomeno improbabile.
Fatto sta che qualcuno – probabilmente una persona che frequenta la montagna – quella scritta l’ha tracciata, con l’obiettivo ben preciso di mandare un messaggio forte e chiaro alle migliaia di persone, soprattutto straniere, che quotidianamente raggiungono le Tre Cime di Lavaredo: “tornatevene a casa vostra”.
«Questi sono luoghi che ogni giorno vengono frequentati da tantissime persone provenienti da ogni angolo del mondo ed il nostro è un territorio a forte vocazione turistica. Il messaggio riportato su quella roccia stona in tutto e per tutto», sottolinea Lio De Nes, storica guida alpina che alle Tre Cime di Lavaredo ha dedicato la propria vita.
«Contestazione legata al fenomeno dell’overtourism che interessa ogni estate le Tre Cime di Lavaredo? Ci sono altre forme per dissentire», dice De Nes. «Sfregiare la montagna non è tra queste. La frequentazione della montagna richiede rispetto e consapevolezza. Qui siamo di fronte ad un gesto che niente ha a che vedere con la cultura della montagna. Non c’è spiegazione che tenga, nessuna giustificazione per un gesto di questo tipo».
Lo stesso Moreno Pesce ha fatto sapere che altre scritte sono state rivenute su altre rocce dislocate nell’area tra le Tre Cime di Lavaredo ed il monte Paterno. Probabilmente frutto della stessa mano. Alcune scritte sarebbero state rinvenute anche su una panchina, sempre nella zona del monte Paterno.
«Sono situazioni che contrastano con quelli che sono i punti cardine che storicamente rappresentano l’anima del Cai», sottolinea il coordinatore Cai delle sezioni Dolomiti Bellunesi del Club Alpino, Gianluigi Topran D’Agata, «la cura dei sentieri e la tutela dell’ambiente montano cozzano con questo episodio»