Ha giocato a bocce fino ad un mese fa. Poi, in pochi giorni, una malattia ha fatto aggravare le sue condizioni, fino alla sua morte avvenuta ieri mattina.
Il mondo delle bocce, ma non solo, piange Nadio Palman. 76 anni, ha lavorato fino alla pensione alla Standa in Piazza dei Martiri (l’attuale Oviesse), dove aveva conosciuto e poi sposato la moglie Laura, con cui era andato ad abitare a Sois.
Ma la sua grande passione sono state le bocce, una passione trasmessa anche al figlio Andrea, che ieri ha annunciato la morte sui social. «Ciao papà, mi mancherai un casino!».
«Mi aveva portato sui campi a dieci anni», ricorda con un filo divoce, «con lui ho partecipato a moltissime gare».
Un ricordo arriva anche da Aldo Bernardi, suo presidente alle Bocce Club Belluno ed anche suo grande amico.
«Alla metà degli anni ’70 Nadio giocava solamente a pallinetto ed era un eccellente bocciatore. Lo convinsi a venire con noi e diventò uno dei giocatori bellunesi più forti. Abbiamo vinto tantissimo insieme e, dopo una parentesi di qualche anno quando era passato al Dolada, è sempre rimasto con noi».
«Un mese fa eravano a Trichiana per una gara promozionale e mi disse che aveva un dolore ad una gamba. Purtroppo da lì non si è più ripreso. Lunedì doveva sostenere ulteriori esami, ma è stato ricoverato di urgenza e ieri mattina è arrivata la telefonata di suo figlio Andrea che mi ha dato la brutta notizia».
Belle parole arrivano anche da Marco Viscusi, suo avversario al Pedavena.
«È stata un persona importante, sia da punto di vista umano che sportivo. L’ho conosciuto nella sua parabola discendente per motivi di età, ma era sempre molto forte».
Palman era stato anche premiato alla Festa dello Sport del Corriere delle Alpi nel 1998 come miglior giocatore nelle bocce.
I funerali sono stati fissati per lunedì alle 10.30 alla Chiesa di Antole. Da lì la salma proseguirà verso la cremazione.
Chi volesse portargli un ultimo omaggio lo può fare alla Casa funeraria De Dea Gelisio oggi dalle 15 alle 18 e domani e domenica dalle 9 alle 12.