L’indagine a carico dell’ex marito è stata archiviata. Resta senza un colpevole il caso dell’aggressione di Castoi, dove nella tarda serata del 23 dicembre 2021 una donna fu aggredita a bastonate e ridotta in fin di vita. La giudice per le indagini preliminari, Elisabetta Scolozzi, che un paio di settimane fa si era riservata di decidere, ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Marta Tollardo, respingendo l’opposizione presentata dal legale della vittima, l’avvocato Mario Mazzoccoli.
Gli elementi raccolti durante le indagini, infatti, non sciolgono tutti i dubbi e non forniscono all’accusa prove sufficienti a sostenere un processo. Gli atti prodotti fin qui, circa duemila pagine, tornano dunque nelle mani del pubblico ministero, ma non vengono disposte nuove indagini in altre direzioni, perché le possibili piste sono già state tutte battute dagli inquirenti e non hanno fornito riscontri.
L’ex marito (assistito dall’avvocato Martino Fogliato), dunque, era rimasto l’unico sospettato ed è in quella direzione che si sono concentrate le indagini nei mesi scorsi, portando tuttavia a scoprire a suo carico solo elementi non probatori.
Per la difesa si tratta di una buona notizia, ma l’archiviazione ha seguito la nuova formula disposta dalla Riforma Cartabia, lì dove indica la possibilità di archiviare un’indagine anche quando gli elementi a carico ci sarebbero ma non sono sufficienti ed esiste la probabilità che il processo arrivi ad un’assoluzione con formula dubitativa.
E come sottolinea il legale della vittima, archiviazione e assoluzione sono due cose ben diverse: l’assoluzione diventa definitiva e per riaprire un procedimento a carico della stessa persona è necessario procedere alla revisione del processo; con l’archiviazione, invece, l’indagine si ferma ma se dovessero sopravvenire ulteriori elementi, si può riaprire in qualsiasi momento con lo stesso indagato. Non sono dunque preclusi ulteriori approfondimenti successivi all’archiviazione e l’indagine può essere ripresa in qualsiasi direzione.
La donna fu colpita più volte con estrema violenza anche alla testa e se non fosse stato per i vicini che sentirono le urla e uscirono a soccorrerla, sarebbe certamente morta. Prima di tornare ad una vita quasi normale, infatti ci volle circa un anno.
