La gara di Silverstone si è rivelata la più spettacolare di questa stagione, tra continui ribaltoni in virtù delle condizioni climatiche e colpi di scena uno dietro l’altro. Come quello più importante: il ritorno alla vittoria di Sir Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo interrompe un digiuno di due anni e mezzo e conquista la sua nona vittoria in patria. Gara solida per Max Verstappen, secondo al traguardo e capace di sfruttare nuovamente le debolezze di Lando Norris, che sciupa l’ennesima chance di vincere (anche per colpa del muretto). Grandioso fine settimana per Nico Hulkenberg, sesto al traguardo e capace, in qualifica, di stare davanti alla derelitta Ferrari. Il team di Maranello ha ormai perso la bussola, riaprendo una crisi nerissima che ha trovato, come capro espiatorio, Enrico Cardile. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Gran Bretagna.
Arabia Saudita 2021: una recita lontanissima, che a lungo ha dato la sensazione di essere l’ultimo ballo della carriera di Sir Lewis Hamilton. E invece, nella sua Silverstone, il sette volte campione del mondo riassapora il gusto del successo, probabilmente il più importante di sempre. Sin dal venerdì si intuisce che le carte in regola per l’impresa ci sono, e dopo una qualifica solida ecco la gara delle meraviglie: sfrutta a dovere ogni situazione, scegliendo le gomme migliori per tutte le condizioni. Al resto ci ha pensato la sua incommensurata qualità, che l’ha portato fino al traguardo. Dove ha lasciato andare tutte le sue emozioni, segnando un’altra pagina della sua incredibile carriera. Forse l’ultima in Mercedes, prima di vestirsi di rosso. Ma per questo c’è ancora tempo…
Già in Austria si era comportato alla grande, ma a Silverstone Nico Hulkenberg tira fuori il week-end delle meraviglie. Velocissimo dal venerdì, grazie agli aggiornamenti della Haas, il pilota tedesco si concede il lusso di chiudere davanti alla Ferrari in qualifica. E nonostante una partenza zoppicante, riesce poi a concretizzare il risultato in gara, confermando la sesta posizione di partenza e regalandosi un risultato prestigioso. A conferma delle sue qualità, spesso sottovalutate, ma mai tramontate.
La sua Red Bull è ormai lontana parente della monoposto dominante degli ultimi due anni, ma dove non arriva la macchina ci pensa Max Verstappen a colmare ogni lacuna. Il campione del mondo deve lottare (spesso ad armi impari) con McLaren e Mercedes, ma quando si tratta di cogliere l’occasione non si fa pregare: frega nuovamente Lando Norris, prima in partenza e poi nel finale di gara, assestando un altro doppio colpo da K.O., a ribadire chi è il campione in carica e, soprattutto, perché lo è. Spietato e cinico: semplicemente, invincibile.
Vero, l’Aston Martin è parsa in netta crescita rispetto alle ultime gare, concludendo con entrambi i piloti in zona punti. Eppure, ad avere la meglio nel confronto interno è, ancora una volta, l’insospettabile Lance Stroll. Il canadese, così come in Austria, batte Fernando Alonso dal venerdì alla domenica, concedendosi il lusso di lottare anche con la Ferrari in gara. Sfruttando le condizioni, per lui, ideali: un mix di asciutto e pioggia. E così, il figlio di Lawrence, per una volta, dimostra che, in fondo, qualcosa nel suo piede c’è. Solo, se ci fosse ogni domenica non sarebbe male…
Anche in Gran Bretagna la Ferrari torna a casa con una sonora bocciatura, stavolta ancor più rumorosa. E nella confusione generale che regna nel box rosso, l’unico a capirci davvero qualcosa è, di nuovo, colui che nel 2025 sarà in altri lidi: Carlos Sainz. Lo spagnolo fa quel che può, si destreggia bene nelle condizioni miste di una gara alla lotteria, si gioca bene le chiamate su soste e scelta delle gomme e, nonostante un muretto nuovamente non irreprensibile, riesce comunque a portare a casa un quinto posto. Quanto basta per avvicinarsi a Leclerc nella classifica piloti, e mantenere il secondo posto in quella costruttori.
Se cercate materia prima per il campione del mondo del futuro, non guardate Lando Norris. Per l’ennesima volta, il pilota della McLaren non sfrutta la superiorità della sua macchina, buttando via vittoria e secondo posto. Prima una partenza sonnecchiante, di cui ne approfitta (manco a dirlo) Max Verstappen. Poi la scelta (condivisa) di mettere le gomme soft a pista asciutta, senza coprire la strategia Mercedes con Hamilton; infine, l’ennesimo sorpasso subito sempre dall’olandese, che lo priva anche del secondo posto. C’è poco da fare: manca la testa per diventare grande.
Sembra fare quasi tenerezza nella sua totale caduta libera. Per l’ennesima volta, Sergio Perez dimostra di che pasta non è fatto, alimentando tutti i dubbi della Red Bull nei suoi confronti. Ancora una volta, compromette la sua corsa già al sabato, con un errore da principiante a Copse che lo porta in ghiaia, provocando un’altra esclusione in Q1. La gara, poi, è una via Crucis notevolmente indirizzata dalla scelta folle di anticipare la sosta per montare le intermedie, quando la pioggia non è ancora così intensa. Così è difficile pensare di mantenere il sedile.
Eccola qui, come di consueto, da 17 anni a questa parte: la crisi Ferrari. Gli sviluppi post-Barcellona hanno fatto cilecca, inducendo gli uomini di Maranello a tornare alla versione post-Imola. Il bouncing così accentuato nelle curve veloci ha reso impossibile andare avanti sulla versione Evo-2, riproponendo la vettura vista fino al Canada. Una dichiarazione di resa, che ha già fatto la sua vittima: Enrico Cardile. L’ormai ex dt ferrarista ha rassegnato le dimissioni, nonostante comunque fosse ormai definito il passaggio in Aston Martin. La rivoluzione di Fred Vasseur è tutt’altro che finita, nonché tutt’altro che vicina a finire. E non è detto che sia possibile portarla a termine.
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