Estratto Fonte: Beatrice Zattarin per La Casa di C
Alberto Spagnoli si racconta tra la scelta del Padova, l’esperienza ad Ancona, i valori della madre e le passioni extra calcistiche. (…)
“Mi sono posto una domanda: “Cosa mi gioco?”. E questa scelta ora sta pagando: siamo primi in classifica e mi sto trovando in un contesto in cui vinci e devi vincere. A livello caratteriale migliori come mentalità e non mi era mai capitato di giocare per vincere in questo modo – in maniera così forte intendo”.
(…) “Andreoletti mi ha colpito. Mi piace sperimentare aspetti nuovi e la sfida stava proprio nel lavorare con un allenatore diverso”.
(…) “Sarei contento di fare 15 gol, ma viene prima la vittoria del campionato. Dopo l’assist a Liguori ho esultato come se avessi fatto gol io. Negli ultimi due anni sono stato abituato a farne tanti, però arrivo da un percorso in cui ho sempre giocato per il bene della squadra. Il gol per me è secondario”. Ha definito il suo sostegno – in campo e non – un “mattoncino”, essenziale per le fondamenta di quel palazzo a forma di B. E che si tratti di un ruolo da protagonista o da regista dietro le quinte non ha importanza, perché l’attaccante ha reso una finalità – “per il bene collettivo”- lo slogan della sua vita.
(…) “Mia madre mi ha cresciuto nell’umiltà, mi ha sempre incentivato a essere buono. Dopo il successo degli ultimi due anni, mi ha detto di non sentirmi superiore perché i gol li ho sempre fatti e non è cambiato nulla. E ora che non sto segnando mi ha detto che sto semplicemente giocando da “Albi”. Zironelli mi diceva che ero troppo altruista, ma io sono questo: tolgo a me per dare agli altri. Quella di essere buoni è un’indole: se hai un’abitudine non la cambi”.
(…) “Durante il Covid abbiamo avuto fin troppo tempo a disposizione, così ho iniziato a cucinare, prima dolci, poi risotti e sughi. Sono molto curioso e così ho acquistato macchinari per preparare la pasta fatta in casa”. (…) “Mio nonno e mia madre hanno sempre letto moltissimo, (…) La passione è nata grazie al mental coach della Feralpisalò. Al tempo mio padre non stava bene e questo si rifletteva sul mio rendimento. Ho letto due libri che mi ha consigliato e non ho più smesso. Ho scaricato addirittura una lista dei 100 libri che devo leggere prima di morire e ora sono a quota 18. Ora leggo di più e cucino di meno, non perché non mi piaccia cucinare (ride, ndr). Il libro me lo porto anche in ritiro, mi dà tranquillità ed è un modo per isolarmi dai social”.
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L'articolo Spagnoli a LaCasaDiC: “Sarei contento di fare 15 gol, ma viene prima la vittoria del campionato” proviene da Padova Calcio.