Da oggi entra in vigore la nuova legge sull’eutanasia in Spagna, il settimo Paese al mondo (e il quarto in Europa) a depenalizzare l’aiuto a morire per le persone affette da patologie gravi e incurabili.
La norma, che è stata approvata in Parlamento il 18 marzo, dopo anni di battaglie civili da parte delle associazioni e dei familiari di persone affette da malattie incurabili, stabilisce che l’eutanasia (la morte indotta da un professionista sanitario) o il suicidio assistito (la morte autoindotta con un farmaco prescritto da un medico) possano adesso venire richiesti da persone affette da malattie «gravi e incurabili» o «croniche e disabilitanti» che provochino «una sofferenza insopportabile».
A offrire questa prestazione sarà il sistema sanitario nazionale: ad averne diritto saranno le persone che vivono in Spagna da almeno un anno. Il procedimento per dare il via libera all’aiuto a morire durerà circa cinque settimane: il paziente sarà chiamato a esprimere il proprio consenso in quattro occasioni e almeno due medici estranei al caso dovranno autorizzare la sua richiesta.
Ci sono, però, ancora diversi dubbi su come verrà applicata la nuova legge. Uno dei punti più discussi è quello degli obiettori di coscienza: in alcune regioni sono state stilate liste di operatori sanitari contrari all’eutanasia, ma c’è chi critica questa strategia, sostenendo che in questo modo si potrebbe essere spinti a iscriversi a priori quando invece sarebbe meglio riflettere sull’obiezione caso per caso.
Inoltre il Partito popolare, leader dell’opposizione al governo di centrosinistra, e il partito di estrema destra Vox, hanno presentato una denuncia contro la nuova legge alla Corte costituzionale del Paese.