Come spesso accade nella vita, ci sono avvenimenti che capitano quasi per caso e cambiano inesorabilmente il corso delle cose. Per Elisabetta Carletti sono stati l’attesa della prima figlia Elena Sofia e la decisione di prendersi un anno sabbatico dalla carriera di brillante avvocato. Per suggellare questo momento ha voluto creare solo per lei dei gioielli speciali, ideando una collanina con le stelle e poi una con piccole lettere-ciondolo a formare il nome della nuova arrivata. Da un passaparola irresistibile, insieme alla bimba, è venuta alla luce anche Maman et Sophie, una linea di bijou artigianali che è diventata un vero e proprio tormentone. Nome francese, ma produzione orgogliosamente italiana, il brand da etichetta di nicchia è diventato un’azienda che vende in tutto il mondo. Cuore pulsante di questo progetto è sempre stata Elisabetta, che insieme al marito e socio Federico Lastrucci, è stata tra le prime a dare il là al trend dei monili narrativi, minimali e allo stesso tempo ricchi di significato. Una persona sempre piena di energia positiva, di quelle belle fuori e dentro, a cui sembra che le cose vengano sempre facili. Anche se la realtà non è sempre oro che luccica. Perché per arrivare alle stelle, bisogna prima che intorno faccia buio.
Noi di Vanity Fair l’abbiamo voluta intervistare, perché la sua è una storia che vale la pena raccontare. Preziosa ed emozionante, come le sue creazioni.
Come sta vivendo questo momento difficile per tutti, tra zone rosse, lockdown più o meno leggeri e pandemia?
«Incredibilmente sono serena. L’anno scorso in questo periodo ero come sott’acqua. Mai avrei potuto pensare di trovare la serenità che adesso sento. Proprio durante il lockdown di marzo ho ricominciato a vivere, ho “ritrovato” i miei figli, la mia casa, la mia vita. Ho sentito di nuovo ogni sapore, ogni odore, tutto ciò che avevo perso negli ultimi anni di duro lavoro. Adesso non vedo l’ora di poter tornare a vivere fuori, a viaggiare, a scoprire il mondo…Vorrei condividere un’idea che potrebbe aiutare tante persone che, come noi, ce la mettono tutta. Vorrei dire a tutti di cercare di non comprare solo sui grandi e-commerce internazionali, ma di aspettare che riaprano negozi sul territorio. E, nell’eventualità in cui si rimanga in lockdown fino a Natale, per un anno potremmo festeggiarlo senza regali, solo con i pensieri, per poi comprare quando si potrà nei nostri negozi. Così l’Italia ripartirà!».
Questo anno è stato tosto, ma il 2019 per lei lo è stato ancora di più. Il suo compagno di vita, nonché socio, è venuto a mancare. E ora porta avanti da sola il vostro sogno, Maman et Sophie, con ancora più determinazione.
«Ho avuto il terrore di dover chiudere, di non riuscire a farcela. Ero disperata per i miei ragazzi, per il nostro “progetto” perché mi sentivo impotente davanti a tutti problemi che mi erano caduti addosso come una tempesta perfetta. Poi ho capito che potevo fare solo ciò che era nelle mie possibilità: mi sono buttata dentro l’azienda e ho svolto una mansione per volta. Ho spedito, impacchettato, preparato ordini, imparato a guardare bilanci… Poi ho capito quello che avevo – tanto – e cosa mancava. Ho assunto un direttore commerciale. Tutto solo per portare avanti il sogno che era quasi più di mio marito che mio. Ho messo un piede davanti all’altro, affrontando le cose giorno per giorno. È stata durissima ma, a poco a poco, ogni cosa ha cominciato ad andare incredibilmente al suo posto. Abbiamo ancora tanto da fare, ma sperimento un’incredibile fiducia: la vita mi ha tolto tanto, ma mi ha anche dato tanto».
Serve bellezza, ora come non mai. E questa fin dall’inizio è una sorta di missione per lei. Come mai?
«Io vedo nella bellezza qualcosa di soprannaturale, un’intuizione dell’infinito, della perfezione. Circondarsi di bellezza aiuta a vivere serenamente, in armonia, ad apprezzare la vita in ogni sua parte. La natura ne è permeata. Il mio scopo è quello di creare bellezza, nella speranza di portare addosso alle persone quell’armonia che si sente quando si ammira il cielo di stelle, il mare, il verde delle colline toscane… Nessuno potrà mai riprodurre quell’armonia, ma questo è il mio fine. La mia storia è così densa di coincidenze, di cose apparentemente strane che mi sono successe, non posso pensare che la mia Maman et Sophie sia nata solo per produrre soldi. È veramente l’ultimo dei miei pensieri, tanto che mio marito brontolava sempre per questo! La mia è una missione, che porto avanti per il mio benessere, altrimenti smetterei subito. E la mia missione è trasmettere amore, amore per la vita, amore per la bellezza e tutto ciò che produce armonia».
Come definisce lo stile di Maman et Sophie?
«Noi siamo un anelito alla perfezione, un anelito alla bellezza, un anelito all’armonia e alla serenità. Vogliamo uscire dagli schemi, dare qualcosa di inusuale, nuovo, inaspettato, sacro. Maman et Sophie è delicato, mai urlato, sofisticato senza essere pretenzioso, con un tocco irriverente, proprio come me!».
L’ultimo progetto è quello del Piercing, rivisto e corretto in chiave deluxe con lo stile Maman et Sophie. Ce lo racconta?
«Nel 2009, quando ho cominciato, desideravo solo piccole luci addosso. Per questo realizzai la collana con le stelle. Adesso quello che voglio è mettere luci tra i capelli, sulle orecchie, alla scoperta di una parte più intima, che si può scegliere se tenere nascosta o mostrare, da dedicare a chi ami, volendo per sempre. Quando feci il mio secondo foro alle orecchie, ad esempio, ero con la mia amica Francesca, e ogni volta che ci penso associo quel momento a lei, anche se non la vedo più. Quando mia figlia Sofia mi ha chiesto di fare il buco al lobo, ho ripensato a quel giorno lontano e abbiamo deciso di dedicarci una giornata, facendolo insime, io e lei. Non dimenticherò mai l’emozione di sdraiarsi su quel lettino, prima lei e poi io, per fare quel piccolo Helix che, per entrambe, saremo sempre e soltanto noi. Questa idea di avere un angolo di corpo su cui è impresso un amore infinito è nato questo progetto, uscito ad ottobre durante la fiera di Vicenza, la cui presentazione ufficiale sarà molto presto sui nostri canali social».
I suoi sono gioielli narrativi, ciascuno nel suo piccolo racconta una storia d’amore. Secondo lei è questo il segreto del loro successo?
«Io credo proprio di sì. Ognuno di loro porta la sua energia, l’energia dell’amore e della devozione con il quale è stato concepito, disegnato, creato. Nelle mie piccole cose ci sono messaggi che diventano missioni: portare gioia, ironia, forza, coraggio, magia… Piccoli spunti di riflessione sulla vita, su quanto sia importante l’amore per te e quello che dai agli altri. Se sono in piedi, serena, con tanta voglia di vivere è grazie alla più grande eredità che mio marito mi potesse lasciare, l’Amore! L’amore di tutti coloro che non mi hanno mai abbandonata, che mi hanno aiutata e accudita, a cui va un grazie immenso. Spero che i miei oggetti portino questo: “importa chi sei e quello che lasci negli altri, non quello che hai, che rimarrà inesorabilmente qui”. Adesso ancora di più voglio aiutare ogni donna e ragazza a portar fuori chi è veramente, ad avere il coraggio di esistere per come si sente. Quello che io sono riuscita a fare solo ora, dopo un lungo e faticoso viaggio».
Fin dagli esordi in tanti la copiano. Come affronta questa cosa?
«Mi sono arrabbiata molto per questo in passato, tanto che nel 2018 ho disegnato dei gioielli con cerotti e X per rispondere all’invasione delle mie stelline che avevo visto ad una fiera! In realtà, pensandoci poi, ogni creazione è una forma di emulazione. Uno dei miei gioielli più belli, che non è più in commercio perché richiedeva un lavoro artigianale molto importante, era un sole. Lo avevo copiato dalla forma che ha quando tramonta, leggermente elicoidale, semplice e splendido! C’è talmente tanto bello in giro da immortalare e portare in un gioiello, che non vedo il motivo di copiare il gioiello di qualcun altro solo per farne business. Per la cronaca, hanno già copiato anche il progetto piercing! Comunque, da bravo avvocato, i miei modelli sono tutti depositati, addirittura in qualche caso anche registrati come marchio. Quando vorrò, potrò prendere iniziative contro chi mi copia. Per ora sono stata buona!».
Qual è il gioiello a cui è più affezionata e che porta sempre addosso (e magari conserva per sua figlia, Elena Sofia?)
«Aldilà delle stelle, che per me rappresentano buchi attraverso i quali si vede la luce, una delle cose che amo di più è la pace rovesciata. La mia è la Runa di Algiz, la runa della vita, la runa della protezione, fuori da ogni credo politico e fuori dagli schemi. È un antico simbolo celtico che porta protezione. Questo è quello che voglio insegnare ai miei bambini, Elena Sofia e Tancredi, a guardare fuori senza paraocchi, con il coraggio di esprimere sempre il proprio pensiero».
Prossimi progetti? Ispirazioni che stanno venendo a galla, magari proprio legate a questo periodo?
«Dopo la farfalla, vado ancora verso la vita con un nuovo simbolo di rinascita, che sarà immerso in tanto tanto colore, e tanta tanta gioia di vivere!».