La premessa da fare è che, per una coppia, il sesso tantrico non è una semplice “ginnastica dei corpi” finalizzata al piacere della carne. Rappresenta un’esperienza concreta di conoscenza reciproca, diretta a un appagamento dei sensi che è anche trascendenza. Il tantra permette di stabilire un’intimità più profonda, sviluppa una maggiore forza mentale, rinvigorisce l’equilibrio emotivo. Tradotto: è un modo diverso ma efficacissimo per risintonizzare la coppia, creare un’atmosfera di rinnovata complicità, riscoprire insieme il concetto di «piacere», applicandolo a una dimensione fisica e spirituale differente.
L’esperienza dell’orgasmo tantrico si basa sulla continenza sessuale, ovvero: lui non deve eiaculare e lei non deve avere un orgasmo esplosivo.
Come spiegano con una pagina dedicata su TantraItalia, gli insegnanti della scuola TantraYoga di Bologna, che si ispirano agli insegnamenti tradizionali, tramandati dai saggi dell’India e del Tibet, «a differenza dell’orgasmo tradizionale, in cui l’uomo arriva al punto di non ritorno, eiacula e la sua sessualità crolla, nell’orgasmo tantrico l’uomo, subito prima del punto di non ritorno applica le tecniche per la continenza riuscendo ad avere un orgasmo senza eiaculazione». Questa esperienza può aprire la porta a nuove, potenti sensazioni, facendo sì che subito dopo il primo orgasmo ne seguano altri, in una condizione di benessere multi-orgasmico.
Sembra complicato, eppure quest’onda tantrica può durare ore, un lungo spazio di tempo in cui entrambi gli amanti possono continuare ad avere orgasmi implosivi senza eiaculazione e senza perdita di energia.
Appare chiaro che sperimentare questo tipo di orgasmo renderebbe l’orgasmo tradizionale, caratterizzato da piacevoli contrazioni eiaculatorie ma anche da una successiva fase di down e di stanchezza, decisamente meno interessante.
Se l’idea di provarlo vi ha già conquistato, sappiate che vi sono però alcuni requisiti importanti per poter approcciare e praticare in modo efficace il sesso tantrico: avere una mente aperta, essere curiosi e – non da ultimo – sapere amare con sincerità.