Va a due donne il Nobel per la Chimica quest’anno: e viene diviso equamente tra la biochimica francese Emmanuelle Charpentier e la chimica americana Jennifer A. Doudna, le due ricercatrici che hanno messo a punto la tecnica che taglia-incolla il Dna e che permette di riscrivere il codice della vita.
Si tratta del sistema CRISPR/Cas9, che ha messo a disposizione una nuova potente soluzione per cambiare il DNA degli animali, delle piante e di altri microorganismi, con una precisione senza precedenti. Questo sistema ha permesso negli ultimi anni di sviluppare nuove terapie contro i tumori e potrebbe rendere possibile la cura di diverse malattie ereditarie.
Prima volta nella storia dei Nobel alla scienza
Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne dividono il premio più ambito dai ricercatori di tutto il mondo. Dalla sua istituzione, nel 1901, è stato assegnato finora a cinque donne.
«Le donne – ha dichiarato Emmanuelle Charpentier, in collegamento con la sede dell’Accademia svedese delle Scienze a Stoccolma – possono lasciare un segno importante nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che vogliono lavorare nella ricerca. Spero che questo riconoscimento sia un messaggio positivo per le ragazze che vorrebbero seguire la strada della ricerca». La speranza, ha aggiunto, è che questo Nobel «dimostri alle più giovani che le donne possono avere un impatto attraverso le ricerche che svolgono».
Chi sono le vincitrici
Emmanuelle Charpentier (52 anni) è nata nel 1968 in Juvisy-sur-Orge, ha completato gli studi presso l’Istituto Pasteur e attualmente lavora in Germania, a Berlino, dove dirige l’Istituto Max Planck Unit per le Scienze dei patogeni.
Jennifer A. Doudna (56 anni) è nata nel 1964 a Washington e, dopo gli studi nell’Università di Harvard, si è trasferita nell’Università della California a Berkeley, dove lavora attualmente.
Nobel negati alle donne di scienza
Alcune ricercatrici che hanno preso parte a progetti premiati col prestigioso Premio, furono penalizzate rispetto ai loro colleghi che lo vinsero. Tra loro non hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento scienziate di rilievo come le biologhe Rosalind Franklin e Nettie Stevens, le astronome Jocelyn Bell-Burnell e Annie Cannon, le fisiche Mileva Maric-Einstein, Lise Meitner e Chien-Shiung Wu.
Rosalind Fracklin (1920-1958)
Diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. Per questa scoperta ricevettero il Nobel i suoi colleghi Crick e Watson che realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin, sottratte dal laboratorio della scienziata. La verità fu rivelata solo molti anni dopo, dallo stesso Watson, nel suo libro “La doppia elica”, dove lo scienziato racconta l’episodio del furto in termini scherzosi.
Jocelyn Bell-Burnell (1943)
Scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si inserivano nel contesto teorico dell’epoca. Il Nobel per la scoperta fu assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish.
Lise Meitner (1879-1968)
Fu la prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso una università tedesca. Fornì la prima interpretazione esatta della fissione nucleare, ma il Nobel fu assegnato solo ad Otto Hahn con cui aveva lavorato in questo campo.
Chien-Shiung Wu (1912-1997)
Una delle 86 scienziate che parteciparono al Progetto Manhattan. Il suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante un esperimento da lei sviluppato, che il “principio di parità” fino ad allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico. Per questa scoperta il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e Chen Ning Yang.
Annie Jump Cannon (1863 – 1941)
Prima donna eletta Direttore della American Astronomical Society, all’osservatorio dell’Università Harvard di Cambridge, Massachusetts, scoprì 300 stelle variabili, cinque novae e una “nova nana” (SS Cygni). È ricordata soprattutto per la lunga ricerca, finanziata da Ruth Draper, durante la quale analizzò e catalogò circa 500 mila spettri stellari. Ne teorizzò le differenze, gettando cosi le basi dello studio dell’evoluzione delle stelle. Il suo metodo per classificarle é tuttora in uso.
Nettie Maria Stevens (1861-1912)
Fu una delle prime scienziate a farsi un nome nel campo della biologia. Nel 1905 ricevette il premio “Ellen Richards” e nello stesso anno pubblicò una ricerca che rivoluzionerà le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i cromosomi, ponendo le basi teoriche e metodologiche su cui si fonderà nel 1910 il famoso laboratorio delle mosche drosofile, diretto da T. H. Morgan (premio Nobel di genetica nel 1933).
Esther Zimmer Lederberg (New York, 1922 – 2006)
Microbiologa, scoprì un virus che infetta i batteri e mise a punto, assieme a suo marito, una tecnica per trasferire i batteri da una capsula di Petri all’altra; il premio andò soltanto a suo marito.
Il caso Mileva Maric-Eeinstein (1875-1948)
Quello di Mileva Maric è un caso che ha suscitato molte polemiche: moglie del fisico di Ulm per sedici anni, divise con lui i momenti cruciali della formulazione della teoria della relatività. Studiavano e lavoravano insieme, al punto che si definivano “ein stein” (“una sola pietra”). Il lavoro di Mileva si confuse talmente con quello di Albert che non è più possibile ricostruirlo e capire quanto meritasse il Nobel assegnato al marito.