Nell’ottica di una convivenza con il Covid-19, decidere di sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza stagionale per il prossimo autunno-inverno 2020-21 potrebbe rivelarsi molto importante, in termini di prevenzione. Secondo quando riportato dalle più recenti scoperte in campo scientifico, il vaccino antinfluenzale rappresenterebbe infatti un’arma protettiva in più contro l’infezione da Coronavirus. Uno studio pubblicato lo scorso mese di maggio sulla rivista scientifica The Lancet, in particolare, ha messo in evidenza l’azione positiva del vaccino antinfluenzale nella difesa da SARS-CoV-2.
COSA HANNO SCOPERTO I RICERCATORI
Attraverso un esperimento condotto in vitro alcuni tessuti umani con i virus della SARS e della MERS sono stati infettati con il virus influenzale aviario ad alta patogenicità H5N1 e con quello influenzale pandemico del 2009 – H1N1pdm-2009. In seguito è stato osservato – in particolare dopo l’infezione con i virus dell’influenza – un accrescimento all’interno delle cellule epiteliali alveolari dei recettori ACE2, ovvero quelli che permettono alla Proteina Spike del coronavirus (rappresentata da quella sorta di “chiodi” che si notano nelle illustrazioni) di penetrare all’interno delle cellule umane.
I ricercatori ne hanno dedotto che livelli elevati di proteine ACE2 nelle vie aeree, provocati da alcuni ceppi di influenza, possono rendere più semplice l’accesso al virus e lo sviluppo dell’infezione da Covid-19. Nell’articolo pubblicato su Lancet si evidenzia che questi risultati forniscono importanti spunti sulla trasmissibilità e sulla patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2 e sulle differenze con altri patogeni respiratori. Lo studio compiuto, inoltre, è un primo passo verso un ulteriore approfondimento del ruolo e dell’espressione della proteina ACE2 durante l’infezione influenzale e delle sue implicazioni riguardo allo sviluppo e alla gravità dell’infezione da SARS-CoV-2.
VACCINO ANTINFLUENZALE: QUANDO E COME FARLO
Come di consueto, nel caso di alcune categorie specifiche la vaccinazione sarà offerta in maniera gratuita. Tuttavia, chiunque potrà decidere di effettuare la profilassi influenzale acquistando il vaccino in farmacia e facendoselo somministrare da un medico. In previsione del fatto che le richieste potrebbero essere in aumento a causa della situazione pandemica, il Ministero della Salute renderà disponibile una quantità maggiore di dosi di vaccino per la stagione 2020-21. In più, la vaccinazione antinfluenzale sarà offerta gratuitamente anche nella fascia d’età 60-64 anni.
In linea generale, il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale, generalmente a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, la campagne di vaccinazione antinfluenzale potrebbe già partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.
La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di sei/otto mesi per poi decrescere. Per tale motivo, poiché i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.
LE CATEGORIE CUI È RACCOMANDATA LA VACCINAZIONE
La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata nel caso di alcune categorie specifiche, come specificato sul sito del Ministero della Salute:
-Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza
-Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “postpartum”.
-Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.
-Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
-Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
-Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
-Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).
-Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori
-Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali.
-Forze di polizia
-Vigili del fuoco
-Altre categorie socialmente utili che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa.
-Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.
-Donatori di sangue.
La vaccinazione è inoltre fortemente raccomandata a chi esercita le professioni sanitarie e socio-sanitarie che operano a contatto con i pazienti, e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza.
E SE ARRIVA ANCHE IL VACCINO CONTRO IL CORONAVIRUS?
Non vi sono ancora notizie certe a riguardo, ma qualora si rendesse presto disponibile un vaccino contro il Covid-19, potrebbe essere somministrato in contemporanea a quello antinfluenzale? La risposta è sì, poiché il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. Il vaccino inattivato dell’influenza può essere somministrato insieme ad altri vaccini iniettabili, e l’unica condizione necessaria è che i due vaccini vengano somministrati in siti di iniezione differenti.