Sia chiaro in partenza: non abbiamo trovato gli alieni e nessuno si sta trasferendo su Venere sulla cui superficie la temperatura è a 360 gradi centigradi. C’è però una scoperta che ci avvicina a Venere: è la presenza della fosfina.
È lecito non averla mai sentina nominare se sono lontani gli studi di chimica. Spiega John Robert Brucato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica: «È una molecola che ha un atomo di fosforo e tre di idrogeno. Si trova anche sulla Terra e si produce in particolare nei processi di decomposizione. È una molecola attiva e prende fuoco facilmente. Da qui i fuochi fatui che si vedevano un tempo nei cimiteri con le tombe non perfettamente sigillate. Puzza di uova marche, di pesce andato a male».
La descrizione non la rende particolarmente gradevole, ma ha una caratteristica che, fuori dall’atmosfera terrestre ne fa cosa veramente interessante «È prodotta esclusivamente dagli organismi viventi. Non si conosce nessun processo geologico che la produca quindi potrebbe essere prodotta da batteri che vivono nell’atmosfera di Venere», aggiunge l’esperto di astrobiologia.
Le temperature dell’atmosfera di Venere sono più «umane» e le molecole sono state individuate a 50-60 chilometri dal suolo. In questa fascia dunque potrebbero sopravvivere microrganismi. «La presenza di fosfina non è garanzia di presenza di vita, è necessario trovare altre molecole, ma è un piccolo importante segnale» conclude Brucato.
Marte rimane pianeta più vicino a noi, per similarità, ma anche per il numero di missioni mandate a studiarne superficie e atmosfera, ce ne è una della Nasa in corso, quella dell’Esa è in programma per il 2022. Come il metano su questo pianeta, scoperto anni fa, così la fosfina ora su Venere può essere conferma indiretta della presenza di vita. Tutto è da confermare. Sono state studiate missioni per andare su Venere e in particolare per studiarne l’atmosfera per cui è stato ipotizzato l’utilizzo di una sorta di mongolfiera o dirigibile.