Negli uffici scolastici stanno arrivando centinaia di lettere ai presidi: sono state scritte dai docenti che chiedono di poter essere esonerati dal servizio perché «lavoratori fragili». In questa definizione rientra chi è affetto da più patologie contemporaneamente, gli immunodepressi, i pazienti oncologici. All’elenco si potrebbero aggiungere anche coloro che hanno più di 55 anni (nel 2019 su 730 mila insegnanti di ruolo, quelli con più di 54 anni erano oltre 300 mila) e per i quali il medico Inail stabilirà la necessità di «sorveglianza sanitaria eccezionale» prevista dalle regole generali di tutela dei lavoratori e da quelle , stabilite durante la pandemia, per proteggere coloro per i quali il contagio da Covid potrebbe avere conseguenze molto gravi e addirittura mortali.
In particolare in alcune regioni, come in Veneto, Liguria e Campania, è già allarme, e le scuole potrebbero ritrovarsi sprovviste di collaboratori scolastici e di professori. Chi deciderà se concedere gli esoneri? Per ora i dirigenti non lo sanno: mancano delle linee guida che stabiliscano che cosa fare con questi lavoratori, una volta che il medico ne certifichi la condizione di salute: non si sa se vadano messi in malattia e lasciati a casa, dichiarati parzialmente o totalmente inidonei e spostati ad altro servizio. Oppure se possano lavorare adottando però maggiori precauzioni (ad esempio le mascherine FFP2 con visiera al posto delle mascherine chirurgiche). Non è ancora stato stabilito quali patologie rientrino nella categoria dei lavoratori fragili e quale possa essere la procedura per la loro messa in sicurezza», ma il Miur ha diffuso un comunicato in cui spiega che «sono in corso specifici approfondimenti» e invita «ad evitare allarmismi». Non si può certamente pensare allo smart working: non si sa chi potrebbe occuparsi dei ragazzi in classe mentre l’insegnante si collega da casa.