In estate a San Pietroburgo splende il sole anche di notte. Le notti bianche non sono quelle dei negozi aperti la sera, delle serate dissolute degli oligarchi o dell’insonnia che non ti lascia chiudere occhio. Le Beliye Nochi sono il periodo più frizzante dell’anno, in cui in questa metropoli del Nord non scende mai il buio, e la vita viene scossa da un’energia senza eguali. Quella surreale frenesia e voglia di vivere raccontata da Fëdor Dostoevskij, quando da metà maggio a metà luglio è un susseguirsi di eventi, festival, e crociere notturne che solcano le acqua della Neva dalle 1.30 di notte.
LA NUOVA CAPITALE
San Pietroburgo è davvero a Nord e con i suoi 5 milioni di abitanti è la metropoli più vicina al Circolo Polare Artico e la seconda città del Paese. Rispetto a Mosca è piccolina, ma non bisogna farsi ingannare, basta cominciare a passeggiare per misurare la maestosità del centro con i suoi lunghi viali alberati, le piazze sterminate, i corridoi dei musei lunghi chilometri e costellati di migliaia di opere. Per mezzo secolo l’abbiamo chiamata Leningrado, in nome di Lenin, ma San Pietroburgo è stata fondata da un altro uomo, Pietro Il Grande.
Fu lui, lo zar, che nel 1703 decise di fondare una nuova città. Rivolta ad Occidente, centro di cultura, cosmopolita sin nell’aspetto, ti sembra di conoscerla anche prima di arrivarci, con i suoi palazzi neoclassici a colonne e il gusto tutto settecentesco per l’oro. È stata disegnata a tavolino da architetti europei ad immagine e somiglianza di Parigi e di Vienna: grande, maestosa, destinata a diventare capitale. Capitale lo è stata, è stata sede della corte degli zar ma oggi San Pietroburgo è un po’ come Milano: non è più il centro del potere e neppure la città più grande della Russia, ma detiene il suo primato economico e culturale, e ne va fiera.
NESSUNA NOSTALGIA
C’è poca nostalgia per il passato da queste parti. I bolscevichi avevano già cambiato una volta il volto urbano, distruggendo molti degli edifici nobiliari del centro, poi ci ha pensato la perestrojka che nel giro un decennio ha cancellato in modo meticoloso molte tracce del periodo sovietico. Di posti come Pyshechnaya, una caffetteria tradizionale dove si servono i pyshki, donut fritti da mangiare con il caffè e latte, ne resiste uno solo (da non perdere).
Stanno scomparendo i kommunalki, gli appartamenti condivisi nelle periferie e persino lo skyline cittadino è a rischio di estinzione: appena fuori città, il Centro Lakhta si fregia di essere il grattacielo più alto d’Europa, e non è il solo progetto in corso. È l’anima di questa città che ha la vocazione di rigenerarsi, tanto da essere un museo a cielo aperto della storia dell’architettura degli ultimi quattro secoli ma al tempo stesso una metropoli contemporanea. Sorprendente.
Per vederla, passate dai luoghi più iconici, includete i locali più cool di San Pietroburgo (che trovate nella gallery) evitando alcune trappola (sempre nella gallery sopra)