È stata confermata alla guida della Commissione Europea con appena nove voti al parlamento di Strasburgo, ma non è tipo da farsi spaventare dai numeri Ursula von der Leyen, madre di 7 figli e prima donna alla presidenza dell’esecutivo comunitario.
Ex Ministra della Difesa in Germania ha ottenuto 383 voti favorevoli, appena 9 in più di quelli necessari per l’investitura. I voti contrari sono stati 327, gli astenuti 22 i voti nulli uno soltanto. Per l’Italia al sì dei pentastellati si è contrapposto il no della Lega. Per lei hanno votato i popolari, i Socialisti e democratici e da liberal-centristi di Macron, pur con almeno una sessantina di defezioni.
«Mi sento molto onorata, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro invece che contro sé stessa». Nel suo programma c’è una svolta verde per l’Europa, un nuovo patto sui migranti ma con l’obbligo dei salvataggi in mare e la promessa di un salario minimo in tutti i Paesi Ue.
https://twitter.com/vonderleyen/status/1151183213504749569Il suo messaggio è europeista in toto, anche su Twitter dove sventolano le bandiere dell’Ue nelle foto e il ringraziamento è in tutte le lingue parlate nei paesi che compongono l’Unione. Di queste lingue ne parla tre, il tedesco, l’inglese e il francese e tutte e tre le ha usate per concludere il suo discorso.
È una sintesi d’Europa la sua stessa carta d’identità Nata nei sobborghi di Bruxelles e qui vissuta per i primi 12 anni della sua vita, ha però nazionalità tedesca. È la figlia di Heidi e Ernst Albrecht, che è stato un alto funzionario della Comunità Europea a Bruxelles negli anni in cui nasceva la Comunità Europea. Classe 1958 è entrata in politica a 42 anni, dal 2005 al lavoro con Angela Merkel.
Ha studiato Economia alle università di Göttingen e Münster prima di frequentare la London School of Economics, dove usava lo pseudonimo di Rose Ladson perché era vista come un potenziale bersaglio per il terrorismo rosso della Germania occidentale e ricevette una minaccia di rapimento dalla Banda Baader-Meinhof. Si è laureata anche in medicina facendo ginecologia. Durante gli studi universitari ha conosciuto il futuro marito, il medico Heyko von der Leyen, discendente di una nota famiglia nobile tedesca.
Da madre di sette figli, tra cui due gemelle, nati fra il 1988 e il 1999, anche in politica si è spesso occupata di Lavoro e famiglia. Ha sostenuto politiche sulle quote di genere nei consigli di amministrazione e per il miglioramento di paghe e congedi di maternità e paternità, ma anche a favore dell’accoglienza dei migranti. «In mare», ha detto nel suo discorso, «c’è l’obbligo di salvare le vite. Nei nostri trattati e nelle nostre convenzioni c’è l’obbligo legale e morale di rispettare la dignità di ogni singolo essere vivente. L’Unione europea deve difendere questi valori, dobbiamo salvare le vite, dobbiamo ridurre l’immigrazione irregolare, dobbiamo lottare contro i trafficanti e gli scafisti, dobbiamo tutelare il diritto all’asilo e dobbiamo migliorare la condizione dei profughi per esempio attraverso i corridoi umanitari».
Il 17 dicembre del 2013 Ursula Von der Leyen è diventata la prima donna in Germania a ricoprire la carica di ministro della Difesa (non senza polemiche, su tutte quella sui militari filonazisti) ed è anche l’unico ministro ad aver partecipato a tutti i governi presieduti da Angela Merkel dal 2005 al 2019. Da progressista, all’interno della CDU conservatrice e lei stessa luterana osservante della Chiesa Evangelica di Germania, ha sostenuto il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Ha un sogno, ambizioso. «La mia aspirazione è arrivare agli Stati Uniti d’Europa: immagino l’Europa dei miei nipoti non come una unione sfilacciata di Stati intrappolati nei loro interessi nazionali». Molto ambizioso.