Erano in due e armati con fucili Ak-47, giubbotti antiproiettile, con i volti coperti da passamontagna e in tuta mimetica militare. Sono entrati aprendo il fuoco al blocco 1300 di Waterman Avenue, vicino Orange Show Road, in un centro di servizi sociali di San Bernardino, cittadina di 200 mila abitanti in California. Nell’Inland Regional Center lavorano 670 persone e si occupano di persone con disabilità. I killer hanno aperto il fuoco nella sala in cui si stava svolgendo la festa di Natale dei dipendenti. Quattordici persone hanno perso la vita e 17 sono rimaste ferite. Poi l’inseguimento in diretta tv e l’uccisione dei presunti killer con un presunto complice arrestato. Gli inquirenti ancora non si pronunciano sul movente della strage ma non escludono l’ipotesi di un attacco terroristico. Ma forse è solo un dettaglio formale, un’etichettatura, la definizione perché quando si uccide in quel modo è comunque terrorismo, a prescindere dalla causa. Gli assassini hanno agito come se fossero un commando, erano armati in modo pesante con fucili d’assalto e pistole prendendo di mira un target non protetto. I presunti killer sarebbero Syed Farook, cittadino americano di 28 anni, musulmano, e la ventisettenne Tashfeen Malik. Secondo alcune fonti i due erano sposati e avevano una bambina di sei mesi che ieri mattina avevano lasciato alla nonna. Dopo la sparatoria hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con la polizia dal loro suv, lanciando “pipe bomb”, ordigni rudimentali, verso gli agenti di polizia. Farook era cittadino americano di religione musulmana. Dalle prime ricostruzioni sarebbe in qualche modo connesso al centro di servizi sociali e all’origine della strage ci sarebbe un diverbio professionale. Il padre sconvolto dal possibile coinvolgimento del figlio ha spiegato che Syed lavorava come ispettore dell’assessorato alla Salute della contea di San Bernardino. “Il presidente – dice un referente della Casa Bianca – sta seguendo la vicenda e viene costantemente aggiornato sugli sviluppi della situazione dal consigliere alla sicurezza interna e all’antiterrorismo Lisa Monaco“. Ma è Obama stesso, incredulo, a parlare della situazione: “Non conosciamo ancora il movente. – ha detto Obama alla Cbs – Sembra che oramai abbiamo accettato questo tipo di incidenti. Ma questa non può diventare la normalità. Dobbiamo prendere delle misure bipartisan per garantite la sicurezza agli americani e rendere le sparatorie di massa rare invece che normali”.