Il piccolo Nicola di Gomorra, Neko per gli amici, non è un normale baby-attore: è figlio del boss mafioso degl Scissionisti di Secondigliano-Scampia:, ucciso in un'imboscata del 2012."Piccerì, perché non ti pigli niente tu?". "‘E pallune so fernute… e le bambole non me piacciono". Queste sono le prime battute che il piccolo Neko pronuncia con Gabriele 'O Principe durante la puntata di Gomorra la serie, andata in onda domenica su Sky. Ha solo 10 anni, ma è già un volto noto per il suo passato e per il suo presente. Infatti, il giovane Nicola, oltre ad essere uno dei protagonisti della serie più seguita dagli italiani ha una famiglia di mafiosi che ha fatto molto parlare di sé.Secondo quanto riportato da Fanpage, pare che il piccolo Nicola, sia figlio di Gaetano Marino Mckay, boss del clan degli Scissionisti di Secondigliano-Scampia, ucciso in una imboscata a Terracina nel 2012 mentre era in vacanza con moglie e figli. Il suo cognome è uno di quelli che a Scampia e Secondigliano richiama alla memoria la Gomorra vera, non quella di attori, telecamere e frasi epiche, ma quella fatta di sangue, proiettili e arresti. Il piccolo attore è un vero e proprio Marino, suo padre era fratello e "spalla" di quel Gennaro Marino, alias Genny ‘o Mckay, re delle piazze di droga nelle Case Celesti, capo insieme a Raffaele Amato, alias Lello "a vicchiarella!", degli Scissionisti (detti anche Spagnoli ndr) che negli anni Duemila scatenarono a Scampia la prima sanguinosa faida di camorra per il controllo del narcotraffico nell'area Nord di Napoli contro lo storico cartello guidato da Paolo Di Lauro.Fanpage ricostruisce nel dettaglio la famiglia del giovane Nicola e svela tutti i legami di parentela. Ma quello che a noi interessa sottolineare e che ha fatto indiganre il pubblico è che la scena interpretata dal Neko Marino (quella all'interno di una piazza di spaccio, nel quartiere della faida di camorra, con un capo piazza del narcotraffico emergente ndr) non è qualcosa di distante dalla realtà. Quello che Nicola sta recitando è una parte della storia della sua famiglia, non una storia bella ed educativa, ma una storia che ricorda troppo l'epopea criminale degli Scissionisti. "Non è normale che un bambino con una famiglia mafiosa venga osannato per quelle cose che in realtà sono terribili. Gomorra mette in scena la mafia per cercare di spiegarla, non per insegnarla. Chi è un criminale di quel calibro non deve essere orgoglioso delle sue gesta. E di certo un bambino non doveva essere messo in quelle condizioni" - hanno commentato molti utenti sui social.