Torino - Calma, pazienza ed equilibrio. Max Allegri fa il pompiere, oltre che l'allenatore di calcio. E della Juventus. Che stasera, se battesse il Napoli, si troverebbe davanti a tutti per la prima volta in stagione e magari non si volterebbe più indietro. È però anche vero che, arrivando da 14 vittorie in fila, il tranello può essere dietro l'angolo: meglio allora calmare gli animi. «Comunque vada, resteranno altri 39 punti da conquistare. E non dimentichiamo l'amichevole con il Bayern Monaco». Gag preparata, visto che «stiamo parlando di un ottavo di Champions».Però l'intento è chiaro: normalizzare il più possibile, anche per parare un eventuale passo falso.«L'obiettivo è la classifica del 15 maggio. Non dovremo avere ansie di alcun tipo, il cammino è ancora lungo». E se gli si ricorda il match di andata (2-1 per la squadra di Sarri), quando la Juve non era certo la Juve di oggi né quella delle ultime settimane, è evidente il rammarico perché «subimmo due gol su altrettanti nostri errori e nel finale avremmo anche potuto pareggiare». La differenza in classifica è tutta lì, a ben vedere. E, in ottica tricolore, l'esito del match di stasera sarà importante (eccome) anche per il verdetto che emetterà circa gli scontri diretti: «Il Napoli sta facendo un grande campionato e basta. Noi siamo sulla stessa linea dell'anno scorso, avendo soltanto tre punti in meno. Mi aspetto una bella partita sia tatticamente che tecnicamente. La pressione? Mancando sempre meno al traguardo, è ovvio che aumenti. Però, ripeto, serve serenità».Magari aiuterebbe anche un pizzico in più di salute, visto che ai box c'è gente come Mandzukic, Chiellini, Caceres e Asamoah, però «le assenze dispiacciono ma non preoccupano». La forza della consapevolezza, ecco. E la sensazione di avere sfruttato al meglio una settimana di lavoro, utile per recuperare energie (soprattutto) nervose profuse in gran quantità per una rincorsa lunga e affascinante. «Non so quello che significherebbe uno scudetto al Napoli: so però che il nostro eventuale quinto tricolore di fila ci proietterebbe davvero nella storia, visto che alla Juve è accaduto solo una volta e per di più negli anni '30, quando il calcio era un'altra cosa. I ragazzi devono saperlo bene ed esserne onorati». La tattica passa quasi in secondo piano, pare. Idem la retroguardia a tre o a quattro, perché «dietro abbiamo sempre giocato a quattro, quello che cambiano sono le caratteristiche dei giocatori. Higuain? Di questo passo segnerà 40 gol, ma la palla gliela danno gli altri».Occhio a Insigne e Callejon, allora. Con Barzagli e Bonucci centrali («tutti chiedono di Rugani, ma deve crescere con calma, sappiamo bene che al primo errore verrebbe impallinato»), Lichtsteiner ed Evra esterni per «una partita da tripla». Giocarla da Juve (con Khedira a disposizione) sarà importante, sapendo che «il futuro è dalla nostra parte, avendo una squadra giovane e di prospettiva. Io al Chelsea? Nulla di vero». Di vero c'è Juve-Napoli: da giocare con calma.