“Eros Ramazzotti ha fatto dei lavori di ristrutturazione devastanti, mi è crollato il soffitto di casa ma lui non vuole pagare 200 mila euro di danni”: le accuse del vicino del cantante
Un acquisto immobiliare e una ristrutturazione diventano un caso giudiziario. È quanto sta accadendo a Milano, nel quartiere CityLife, dove i lavori avviati nell’appartamento di Eros Ramazzotti hanno dato origine a una controversia civile con il vicino del piano di sotto, che chiede un risarcimento superiore a 200mila euro per i danni subiti. La vicenda è ricostruita dal Corriere della Sera, che riferisce i contenuti degli atti e delle posizioni delle parti coinvolte.
Secondo quanto riportato, tutto inizia nell’ottobre 2024, quando Ramazzotti acquista un appartamento a CityLife e vi trasferisce la residenza. Subito dopo vengono avviati lavori di ristrutturazione che, stando alla versione del vicino Paolo Rossi, revisore dei conti genovese di 59 anni, avrebbero avuto conseguenze dirette sulla sua abitazione. Gli avvocati di Rossi sostengono che si sia trattato di interventi particolarmente invasivi, descritti come lavori “letteralmente devastanti che hanno gravemente danneggiato l’appartamento sottostante”. In particolare, viene contestata la demolizione completa delle murature interne, la rimozione di porte e impianti e, soprattutto, l’eliminazione di pavimenti e massetti “ricorrendo a un uso tanto improprio quanto massiccio di martelli pneumatici”.
Oltre alle “abnormi immissioni sonore e consistenti vibrazioni”, il momento decisivo arriva il 4 dicembre 2024, quando nell’appartamento di Rossi si verifica un crollo. Il soffitto di una zona adibita a palestra e sauna si stacca completamente e precipita al suolo. Solo per caso, riferiscono gli atti, i proprietari non erano in casa in quel momento. Dopo l’episodio intervengono polizia municipale e vigili del fuoco. Nel verbale della polizia, citato dal Corriere, si legge che la rimozione del pavimento nell’appartamento sovrastante “potrebbe essere stata la causa del distacco del soffitto in danno dell’immobile sottostante”. L’area viene transennata con nastro bianco e rosso per limitarne l’accesso, giudicato “pericolante”. Secondo Rossi, inizialmente l’impresa incaricata da Ramazzotti avrebbe manifestato la disponibilità a fermare i lavori e a verificare i danni, ma successivamente gli interventi sarebbero ripresi, sempre con l’uso di martelli pneumatici, nonostante il crollo già avvenuto. Da qui la decisione di rivolgersi alle autorità e avviare un contenzioso.
A gennaio 2025 l’accaduto viene formalmente “contestato a Ramazzotti e all’impresa appaltatrice”. La difesa dell’artista, affidata all’avvocato Antonio Cacciato, replica definendo la perizia di parte “di per sé non ricevibile e non condivisibile anche perché generica, formata unilateralmente e non riscontrata” e aggiungendo che essa “mostra un approccio immotivatamente aggressivo, che senz’altro rende meno agevole l’interlocuzione fra i soggetti coinvolti”.
Nell’atto di citazione, i legali di Rossi quantificano il risarcimento richiesto “in oltre 200mila euro”, producendo ulteriori relazioni tecniche che attribuirebbero con certezza i danni “ai lavori di ristrutturazione” effettuati nell’appartamento di Ramazzotti. Dal lato opposto, la responsabilità del crollo viene invece ricondotta a “presunti difetti occulti dell’immobile”. Il giudice milanese Carlo Di Cataldo ha fissato un nuovo tentativo di conciliazione per il 19 gennaio. Il consulente tecnico nominato dal tribunale dovrà depositare una relazione preliminare entro il 9 febbraio e quella definitiva entro il 10 aprile, mentre le parti potranno presentare osservazioni fino all’11 marzo.
Contattato dal Corriere della Sera tramite il suo ufficio stampa, Eros Ramazzotti “non ha per ora voluto rilasciare dichiarazioni”. La vicenda resta quindi affidata agli accertamenti tecnici e alle decisioni del giudice, che dovrà stabilire se il crollo sia stato causato dai lavori di ristrutturazione o da problemi strutturali preesistenti dell’edificio.
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