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Scacchi: domani al via i Mondiali rapid e blitz. Subito Lorenzo Lodici contro Magnus Carlsen?

Partono domani, a Doha (dove tornano a 9 anni di distanza dall’ultima volta) i Mondiali rapid e blitz di scacchi. Appuntamento tradizionale post-natalizio e pre-Capodanno, si compone di due parti, come si evince già dal nome: tre giorni per la rassegna rapid, che va avanti dal 26 al 28 dicembre, e due per quella blitz, che si svolge il 29 e 30 dicembre.

Veniamo subito ai dettagli tecnici: per rapid s’intende con cadenza di gioco da 15 minuti a testa più 10 secondi di incremento per ogni mossa a partire dalla prima (brevemente: 15’+10″). Per blitz, invece, s’intende con cadenza di gioco da 3 minuti a testa più 2 secondi di incremento per ogni mossa a partire dalla prima (brevemente: 3’+2″). Le due rassegne si svolgono con un torneo Open e uno femminile. Per l’Open rapid i turni di gioco sono 13, suddivisi così: 5 nel primo giorno, 4 nel secondo e 4 nel terzo. Per il femminile rapid sono 11 con schema 4-4-3. Per l’Open blitz sono 19 con schema 13-6 e poi i migliori quattro giocano semifinali e finale con minimatch da (almeno) quattro partite. Per il femminile blitz sono 15 con schema 10-5 e poi le migliori quattro giocano semifinali e finale con minimatch da (almeno) quattro partite.

Partecipa larga parte dei big del panorama mondiale, e proprio questo porta al primo potenziale grande racconto in chiave italiana. Bisogna fare una premessa: gli iscritti del rapid al momento sono 251 e sono elencati per ELO Rapid (la FIDE, com’è noto, tiene tre classifiche: classica, rapid, blitz). Ora, Magnus Carlsen è il primo della lista e, in questo modo, affronterebbe il 126°. Che, ad oggi, è Lorenzo Lodici, il quale ha fatto sognare l’Italia in World Cup battendo il quotato USA Hans Niemann, il giustamente famoso inglese Michael Adams prima di cedere dopo cinque ore e mezza di lotta al limite della follia contro l’altro americano Samuel Sevian.

In pratica, potrebbe esserci un Carlsen-Lodici (o un Lodici-Carlsen, dipende dal colore) al primo turno. Certo, basta un nonnulla affinché lo stato delle cose cambi, ma partire e trovarsi davanti Carlsen non è cosa che accade tutti i giorni. Nondimeno, le possibilità di far bene le ha tutte anche perché nel 2024, a New York, a un certo punto sembrava addirittura in lizza per poter arrivare all’eliminazione diretta (che, in quel contesto, voleva dire quarti di finale: è stato semplificato tutto dopo il caos che si è verificato nella “city that never sleeps”, città che non dorme mai). Nondimeno, Carlsen ha visto una parte della prima Lodici-Niemann di spareggio alla World Cup e si è prodigato in elogi verso il gioco dell’italiano: chissà se si fermeranno a parlarne.

La proiezione del numero 1 d’Italia, poi, è quella di un 2026 ad alto ritmo, con il tentativo di fare il proprio ingresso in quei primi 100 del mondo che, per gli scacchisti italiani, hanno il sapore, se non del tabù, di un miraggio lontano che non si vede da decenni.

Lodici non è l’unico italiano al via: c’è anche Nicola Altini, Maestro Internazionale pugliese con dottorato di ricerca in Ingegneria Elettrica e dell’Informazione conseguito a Bari. E anche per lui, che nella lista di partenza è numero 130, potrebbe esserci un confronto d’esordio di altissimo lignaggio, quello con Fabiano Caruana, che è numero 5 al via. Proprio il nativo di Miami è pronto a lottare sia con Carlsen che contro numerosissimi altri avversari di valore: Ian Nepomniachtchi (Russia), Levon Aronian (USA), Alireza Firouzja (Francia), Nodirbek Abdusattorov (Uzbekistan), Arjun Erigaisi (India) e tanti, tanti altri.

Ugualmente ricco di spunti è il torneo femminile, dove si giocherà con 142 scacchiste al via. Tra queste due portacolori dell’Italia, Alexandra Shvedova e Aleksandra Dimitrijevic, che sono al numero 57 e al numero 58 della lista di partenza per quanto riguarda il rapid e al 51 e 113 del blitz.

Il tutto mentre la FIDE è recentemente piombata nel caos. Molto sinteticamente, proprio nel mese di dicembre l’Assemblea Generale FIDE ha tentato di far passare due mozioni di segno (quasi) opposto, una delle quali riportava russi e bielorussi ad avere tutti i simboli in tutte le competizioni, mentre l’altra limitava la questione ai soli tornei giovanili. La questione è stata posta ai voti con diverse violazioni anche dello statuto FIDE (la più lampante: voto segreto, che non è ammesso). Senza entrare in tutti i dettagli, che sono tanti, va detto che alcune Federazioni, tra cui Inghilterra e Norvegia, stanno considerando di andare al TAS di Losanna sul tema.

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