Ubaldo Scanagatta, intervenuto in queste ore ai microfoni di Radio Sportiva, ha ricordato con affetto Rino Tommasi, scomparso oggi mercoledì 8 gennaio all’età di 90 anni: Scanagatta ha parlato dell’importanza di Tommasi non solo per il mondo del tennis ma ad esempio anche per la diffusione degli sport americani in Italia, raccontando poi, commosso, una serie di gustosi aneddoti legati al grande Rino.
SCANAGATTA, GLI INIZI E ARTHUR ASHE: “Per me è stato un secondo padre, ho cominciato a scrivere i miei primi articoli, nel 1972, per la sua rivista Tennis Club, poi, dopo tanti anni passati insieme, mi scelse nella sua squadra per commentare il tennis in tv, da Telecapodistria a Mediaset, da Telepiù a Sky. Gli ho voluto un bene infinito ed è stato un grandissimo maestro, era competente e appassionato allo stesso tempo. Era un grandissimo esperto di numeri e statistica ma diceva sempre che i numeri non vanno solamente studiati ma anche interpretati. Ricordo ancora quando Arthur Ashe una volta gli disse: Caro Rino, senza di te io non avrei mai potuto sapere quante volte di fila ho perso con Rod Laver”
LE STATISTICHE E GLI STATI UNITI: “Aveva una grandissima cultura sportiva e soprattutto una cultura filoamericana, e negli sport statunitensi le statistiche sono una parte integrante e fondamentale del gioco. Seguiva il football americano, tant’è che Berlusconi inizialmente lo assunse proprio per coprire gli eventi sportivi americani: Rino conosceva i dirigenti più importanti a livello mondiale, e di conseguenza, grazie alle sue conoscenze e alle sue competenze, poteva condurre in prima persona le trattative per i diritti televisivi. Fu Rino a scoprire Mike Tyson”
L’ANEDDOTO SU STEFAN EDBERG: ““Rino nel 1984 scrisse che avrebbe smesso di scrivere di tennis se Edberg non avesse vinto il torneo di Wimbledon entro cinque anni: lo svedese, dopo il trionfo del 1988, disse a Tommasi: Rino, I saved your job”
