Tra le pieghe della carriera di un campione a volte capita di incontrare qualche pagina incollata. Mats Hummels non fa eccezione e nella sua vita ha dovuto incontrare tale Ivan Juric (mediocre ex centrocampista) per sentirsi dire che non poteva giocare titolare a calcio. Per fortuna il destino è ineluttabile, e prima o poi tutto torna alla regolarità. Oggi Hummels è il faro della rinata difesa romanista nonché uno dei simboli di goduria del derby appena vinto. Da quando è arrivato Ranieri il tedesco ha giocato praticamente sempre fatta eccezione per il primo tempo di Napoli e nella rovinosa sconfitta di Como quando si è fermato nel riscaldamento per un forte attacco febbrile. Risultato? Due ko. Per il resto il cammino di Mats è quasi illibato. Un totale di 7 partite con 4 vittorie, 2 pareggi (con Milan e Tottenham) e la sconfitta con l'Atalanta. In campionato la Roma ha quasi dimezzato i gol subiti: 4 in 5 partite (0,8). Senza Hummels il dato è decisamente diverso: 19 reti in 14 incontri (1,35). Ma la regia bassa dell'ex Dortmund ha favorito anche la creazione di numerose palle gol in fase d'attacco. Insomma un toccasana generale. Dai post ironici il difensore è passato poi alla celebrazione dei suoi compagni, tutti. Dai giovani Baldanzi o Pisilli a campioni come Dybala. Un totem Hummels anche dentro lo spogliatoio, una guida per i ragazzi e un esempio per quei giocatori che stavano perdendo qualche motivazione. A 36 anni il tedesco è ben lontano da essere "bollito", e questo lo sa bene Ranieri che ne ha chiesto già la conferma per la prossima stagione. "Non lo so ancora se resto", ha detto Hummels in un'intervista a il Messaggero. La Roma proverà a convincerlo con un altro anno di contratto anche se le eventuali motivazioni di addio non sarebbero dettate da ragioni sportive bensì familiari visto che i figli di Mats vivono in Germania con l'ex moglie. Valutazioni che si faranno in questi mesi, di certo ora la Roma ha bisogno del suo campione di difesa. Se ne erano accorti un po' tutti, tranne Juric.
