Cinque attivisti animalisti hanno portato a termine un’azione dimostrativa a Palazzo Te a Mantova. Entrati alla mostra di Picasso come normali visitatori, acquistando anche il ticket d’ingresso, i cinque si sono avvicinati al quadro dell’artista intitolato Femme couchée lisant, Donna che legge sdraiata. Davanti alla tela hanno tirato fuori dei sacchi di plastica contenenti letame e hanno cominciato a cospargerlo sull’opera, protetta da un vetro. L’azione dimostrativa è stata condotta da due ragazze e tre ragazzi di Ribellione animale, movimento di disobbedienza civile “per la giustizia animali”. Gli attivisti hanno anche esposto uno striscione con scritto “Levoni fuori dalla cultura”, spiegando che l’azienda zootecnica, colpevole di “uccidere migliaia di maiali a settimana per mero profitto” è tra i membri della Fondazione Palazzo Te che, insieme al Comune di Mantova, è promotrice e fondatrice della mostra Picasso, Palazzo Te, poesia e salvezza.
Gli attivisti hanno scelto il penultimo giorno di apertura della mostra, che chiuderà domani dopo quattro mesi (è stata inaugurata ai primi di settembre dell’anno scorso), per portare a termine la loro azione di protesta.
Dopo un primo momento di disorientamento, il personale di Palazzo Te è intervenuto per bloccare gli attivisti. Le forze dell’ordine, subito intervenute, hanno portato i cinque in caserma per identificarli: si tratta di due giovani residenti nella provincia di Mantova e di altri tre di altre province tutti denunciati a piede libero per deturpamento, imbrattamento, uso illecito di beni culturali e manifestazione non autorizzata.
Arrivati sul posto i carabinieri hanno fatto uscire i visitatori e sia la mostra che il Palazzo sono rimasti chiusi per più di un’ora per consentire al personale di ripulire il letame sparso sul pavimento e sulla teca che custodiva l’opera. Il blitz degli ambientalisti non ha causato danni alla tela.
Dopo l’azione il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, si è recato alla mostra, convinto che “con questi atti quei giovani affossano le ragioni stesse della protesta e ottengono esattamente il risultato opposto di quello che auspicano. Così è solo un gesto ignorante fatto su un bene comune, l’arte”. “Non è solo un gesto deplorevole – ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi -, ma anche l’esempio di un fanatismo che sta diventando di moda, che allontana ogni possibilità di dialogo e confronto costruttivo”.
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