È rivolta a Potenza contro l’intitolazione a Bonaventura Postiglione, discusso pioniere delle radio private della Basilicata e già candidato governatore con Forza Nuova, del belvedere nel parco di Montereale. A poche decine di metri dal monumento ai caduti dove ogni anno viene celebrato il 25 aprile. A scagliarsi contro la scelta di dedicare un luogo pubblico della sua città alla memoria di Postiglione, fondatore di Radio Potenza Centrale, sono state diverse sigle del variegato mondo della sinistra lucana e non solo. Da Rifondazione comunista all’Anpi, passando per Arci, Usb, Potere al Popolo, Opposizione studentesca d’alternativa, Resistenza popolare, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Libera Basilicata e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Nessun commento invece, almeno per ora, dagli esponenti di Pd, M5s e delle altre forze del fu campo largo.
A deliberare l’intitolazione lo scorso 28 dicembre, d’altro canto, è stata un’amministrazione di centrosinistra, guidata un sindaco, Vincenzo Telesca (nella foto in basso a destra, ndr) che a giugno dell’anno scorso è stato sostenuto con forza dagli eredi di Postiglione nella sua corsa alla fascia tricolore. Le motivazioni dell’atto ricalcano quelle di precedenti dediche in alcuni piccoli paesi della Basilicata, e non solo. Sebbene nel borgo di Brienza, in provincia di Potenza, un’altra giunta di centrosinistra sia stata costretta a fare marcia indietro, a maggio 2023, quando sono riemersi i trascorsi politici dell’imprenditore.
“Uomo generoso, carismatico e rispettoso delle regole, ha svolto l’attività di (…) grande comunicatore (…) sfondando, con la sua Radio Potenza Centrale non solo i confini geografici ma anche quelli del sogno”: questo il tenore della nota biografica di Postiglione allegata al provvedimento, in cui si ricordano le prime trasmissioni da un’utilitaria, all’inizio degli anni ’70, e la decisione nel 2013 (a 10 anni dalla morte) della maggioranza del Consiglio regionale, di centrodestra, di dedicargli la sala stampa attigua all’aula. Anche all’epoca furono veementi le proteste di Anpi e Libera Basilicata, che stigmatizzarono, tra l’altro, il paragone un po’ azzardato tratteggiato da uno dei figli di Postiglione, Giuseppe, tra il padre e un martire dell’antimafia, per di più militante di Democrazia Proletaria, come Peppino Impastato.
A distanza di due anni, dall’associazione dei partigiani sono tornati a puntare il dito contro la scelta “inopportuna” del sindaco Telesca, già due volte consigliere comunale col Pd, poi transitato in Italia Viva e ripresentatosi alle urne, sei mesi orsono, come “civico di centrosinistra”. E al centro della contesa è finita la “primogenitura” delle radio libere italiane attribuita al “pioniere dell’etere” lucano dai suoi postulatori. “Il primo segnale alternativo rispetto a quello della radio di Stato risale al marzo 1970 e appartiene a Radio Sicilia Libera, fondata dal sociologo e poeta triestino Danilo Dolci, a cui seguirono diverse altre esperienze comunque antecedenti a quella richiamata nella delibera”, scrive l’Anpi Potenza, che ha invitato prefetto e Deputazione di Storia Patria a “vigilare sulla corretta attuazione della normativa”. Infine, ha sottolineato che la vecchia amministrazione, a guida leghista, aveva già bocciato una originaria proposta di intitolazione dell’allora consigliere Telesca. Sempre in memoria del fondatore del suo gruppo editoriale locale di riferimento.
Di “un vergognoso consociativismo che pervade la Basilicata tutta” ha parlato Rifondazione comunista, ricordando il caso esploso nei giorni scorsi per la messinscena con finti fotografi di “Sky”, “Euronews”, “La Repubblica” e “Il Giornale” al galà organizzato dai figli dell’imprenditore radiofonico, in occasione della prima edizione del “premio internazionale Nino Postiglione”. Una cena-evento affollata di circa 500tra politici ed esponenti del mondo produttivo lucano, inclusi gli ultimi tre governatori: il democratico Vito De Filippo, il calendiano Marcello Pittella, di recente transitato nel centrodestra, e il forzista di rito lettiano Vito Bardi. Oltre all’immancabile Telesca, un potentino illustre come l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, e persino il direttore del Riformista Claudio Velardi.
“Neppure le amministrazioni di destra (…) avevano mai preso simili iniziative”, ha rincarato la dose l’Arci Basilicata. Dure anche le altre sigle intervenute che hanno denunciato una “omissione di memoria” che offende “tanti potentini, sinceri democratici e antifascisti” e di una giunta comunale alle prese con “debiti elettorali a vecchie e nuove cordate”. “Che esempio verrebbe tramandato, perseverando in questa decisione che rappresenta un errore storico, del quale le cittadine e i cittadini di Potenza difficilmente si dimenticheranno?” Questo l’interrogativo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.
Di intitolazioni indotte dal timore della “macchina del fango” manovrata dagli eredi di Postiglione, infine, hanno scritto in una nota congiunta Libera Basilicata e Casa Memoria. Perché “non basta aver acceso le frequenze di una radio libera per accostarsi all’esempio di Peppino Impastato”. “Il giornalismo, ovunque e tanto più in Basilicata, è faro necessario per un rinascimento della coscienza collettiva – conclude la nota congiuta – e non deve mai essere né mano armata né turibolo”.
Sulla polemica è intervenuto anche il fondatore e segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, rivendicando il percorso politico condiviso con l’imprenditore radiofonico potentino, e annunciando l’apertura di una sezione del partito di ultra destra nel capoluogo lucano. “Nino Postiglione – ha dichiarato l’ex eurodeputato – fu un giornalista coraggioso e capace, protagonista di battaglie scomode contro la partitocrazia dell’epoca. La collaborazione con lui rappresentò per me un’esperienza politica concreta, fondata sull’amore comune per la nostra Terra lucana. Osservare oggi la sinistra rincorrere fantasmi e attaccare la memoria di una persona che non può più difendersi – ha concluso Fiore – evidenzia chiaramente il motivo per cui la società lucana risulta disarmata di fronte ai grandi problemi che ne compromettono la dignità, come la questione dell’acqua”.
L'articolo Potenza, il sindaco Pd e il tributo a Postiglione, già candidato di Forza Nuova. “Debiti elettorali”: la rivolta della sinistra lucana proviene da Il Fatto Quotidiano.