Sono 14 le persone denunciate per i fatti di Capodanno a Milano. Per la maggior parte sono stranieri con precedenti penali. A darne notizia è stato il Viminale, precisando che due giovani nordafricani sono stati accompagnati al Cpr Corelli, dove restano trattenuti in attesa della convalida del rimpatrio da parte del magistrato. Sul caso oggi è intervenuta l’Associazione nazionale funzionari di polizia, chiedendo il ripristino del carcere per il reato di vilipendio delle istituzioni, abolito nel 2006. «Il ricorso alla sola multa non è idoneo a contrastare il senso di impunità e l’effetto corrosivo che tali atti hanno sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella democrazia», ha detto il segretario dell’Anfp, Enzo Letizia, sottolineando il particolare «disprezzo nei confronti delle istituzioni democratiche italiane» emerso da parte dei “maranza” delle gang straniere.
I sentimenti di odio nei confronti dell’Italia, delle sue istituzioni e forze di polizia espressi nella notte di Capodanno a Milano, per altro a favore di telecamere e social, hanno generato tra i cittadini un profondo turbamento, cui hanno dato voce alcuni volti noti della città, da Elenoire Casalegno a Massimo Boldi. E se il sindaco Giuseppe Sala e e il centrosinistra continuano a tacere, è il centrodestra a porre con forza il problema del fallimento dei proclami sull’integrazione e quello della sicurezza che porta con sé.
«Condivido pienamente l’appello dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia: è indispensabile ripristinare la reclusione per il reato di vilipendio alle istituzioni», ha commentato il deputato milanese di FdI e membro della Commissione Parlamentare sulla sicurezza e il degrado delle periferie italiane, Riccardo De Corato. «Non possiamo tollerare che le nostre istituzioni democratiche vengano vilipese, alimentando un senso di impunità e sfiducia che mina la convivenza civile», ha aggiunto il deputato, che in mattinata si è recato in visita al Comando Provinciale dei Carabinieri in via Moscova per portare la propria solidarietà.
Lunedì, inoltre, nell’ambito della campagna nazionale lanciata da FdI in tutta Italia per manifestare vicinanza e gratitudine alle forze dell’ordine, gli esponenti del partito si recheranno presso la Questura di via Fatebenefratelli. «FdI continuerà a promuovere azioni concrete a sostegno delle Forze dell’Ordine e a denunciare il degrado crescente che compromette la sicurezza e il decoro di Milano», si legge in una nota del coordinamento cittadino del partito, nella quale il coordinatore, Simone Orlandi, e la sua vice, Deborah Dell’Acqua, hanno anche sottolineato che «la giunta di sinistra e il sindaco Sala sono invece troppo impegnati a imporre divieti ideologici, come quello sul fumo, per accorgersi di questi problemi reali».
«Il modello di integrazione del Pd è stato fallimentare e va ripensato completamente», ha detto in un’intervista al Giornale il capogruppo della Lega al Senato e segretario regionale del Carroccio in Lombardia, Massimo Romeo. «Integrare non significa farsi sottomettere e con il centrosinistra abbiamo dato l’impressione che chi arriva abbia solo diritti e nessun dovere. Questi episodi accadono continuamente, basta ricordare i fatti recenti del Corvetto, ci sono banlieue anche a Milano, quartieri senza luoghi di aggregazione e cultura», ha proseguito l’esponente leghista, auspicando che dalla Lombardia possa partire «un nuovo modello di integrazione, mettendo al tavolo realtà come lo sport, la scuola, la formazione professionale, il mondo cattolico e le associazioni». «Massima accoglienza per chi rispetta le regola ma se l’Italia che li ha accolti non piace a questi ragazzi, possono costruirsi il loro futuro altrove e arrivederci. Forte intransigenza nei confronti di chi si radicalizza e manda quei ‘vaffa’ all’Italia», ha aggiunto Romeo, facendo riferimento anche alle parole che Matteo Salvini ha affidato ai social.
«Se sono stranieri e insultano l’Italia e gli italiani, non capisco perché stanno in Italia. La soluzione migliore per loro e per noi è che tornassero velocemente al loro Paese. Se invece sono italiani, peggio mi sento, dovrebbero essere integrati, avere riconoscenza e gratitudine, ma se si vergognano del Paese che li ha accolti e dove sono nati, se non gli va bene come si vive in questo Paese… vai, vai, il mondo è grande. Ci sono tanti Paesi islamici tolleranti e rispettosi…», ha detto Salvini in un live sui suoi canali social, sottolineando che rispetto al Capodanno a Milano «il problema non è il colore della pelle, il problema è quello che c’è nella scatola cranica. Ci sono dei mononeuronici che vanno in giro a far casino, non sono i benvenuti».
L'articolo Capodanno a Milano, denunce e rimpatri: lo Stato risponde alle gang straniere. Sala non pervenuto sembra essere il primo su Secolo d'Italia.