L’accordo di fine dicembre con i sindacati per ridurre la settimana lavorativa a 37,5 ore spacca il governo spagnolo. Per la vicepremier con delega al Lavoro Yolanda Diaz “è sacro”, ma il ministro dell’Economia, il socialista Carlos Cuerpo, vuole modificare l’intesa sottoscritta dal ministero del Lavoro senza la firma delle imprese. La Confederazione spagnola delle organizzazioni imprenditoriali (Ceoe), principale associazione spagnola dei datori di lavoro, ritiene infatti che l’orario di lavoro non dovrebbe essere imposto per legge e la revisione dell’orario andrebbe negoziata a livello aziendale.
“E’ molto grave che un ministro voglia modificare un accordo già chiuso”, ha detto la Diaz, fondatrice della coalizione di sinistra Sumar, in un’intervista alla radio pubblica Rne. “O si sta accanto ai lavoratori o accanto ai patronati” degli industriali, ha segnalato la Diaz rispetto all’intesa dalla quale si è smarcata anche la Confederazione spagnola della piccola e media impresa (Cepyme). Secondo la vicepremier “che un ministro socialista si posizioni contro un accordo con i sindacati è qualcosa che dovrà spiegare ai votanti progressisti“. “Stiamo parlando di ridurre la giornata lavorativa di mezz’ora al giorno”, ha incalzato la Diaz. “E’ quasi da cattive persone dire alla gente lavoratrice che ci si oppone”.
Le differenze in seno all’esecutivo Psoe-Sumar sulla misura sono state evidenti già nelle scorse settimane, alla vigilia della firma dell’intesa con i principali sindacati dei lavoratori, Ugt e CcOo. La componente socialista non si oppone, poiché si tratta di un impegno programmatico del governo progressista, ma chiede più tempo per implementarla. E ieri il ministro dell’Economia in un’intervista alla stessa Rne aveva ripetuto che l’obiettivo è “arrivare il prima possibile a un accordo con i gruppi parlamentari” per approvarla. Tuttavia aveva segnalato che la riduzione della giornata lavorativa ha impatti diversi su Pmi e grandi imprese, nel settore primario e nei servizi, nell’industria o nel settore pubblico, per cui bisogna “essere consapevoli di questa realtà economica ed aiutare e accompagnare le imprese”. Per la Diaz si tratta di “un disaccordo manifesto” nel governo di coalizione. “Neanche la ministra Nadia Calvino (ex ministra dell’Economia ed attuale presidente della Banca Europea di Investimenti, ndr) si era azzardata a tanto”.
Intanto in Spagna il mercato del lavoro ha chiuso il 2024 con un aumento di 501.551 occupati – una crescita vivace ma inferiore a quella registrata nel 2023 quando furono creati 539.739 posti – e 2.560.718 disoccupati, il dato più basso da dicembre 2007. Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha rivendicato via Twitter la crescita dell’occupazione che continua da 56 mesi. La Confindustria spagnola sottolinea però che il Paese “continua ad avere un tasso di disoccupazione praticamente doppio rispetto a quello europeo”, cosa “particolarmente grave, dato l’elevato volume di posti vacanti che rallenta la crescita di alcuni settori”.
L'articolo Spagna, scontro nel governo sull’accordo con i sindacati (senza le aziende) per ridurre l’orario di lavoro da 40 a 37,5 ore a settimana proviene da Il Fatto Quotidiano.