di Dennis Small
Lo Schiller Institute ha rilasciato la seguente dichiarazione in cui chiede un vero Giubileo nel 2025.
La vigilia di Natale del 2024, Papa Francesco ha lanciato ufficialmente l’Anno giubilare del 2025, chiedendo che l’anno a venire sia un “Giubileo della speranza”. Il Giubileo è tradizionalmente associato in varie religioni al momento in cui gli schiavi vengono emancipati e i debiti condonati.
Il Papa ha sollevato la questione giusta al momento giusto, per sollecitare l’azione non solo dei cattolici, ma di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Mentre entriamo nel 2025, il mondo è assediato da guerre dilaganti che minacciano di degenerare in uno scontro nucleare tra superpotenze, a cui nessuno sopravviverà. Siamo anche testimoni del genocidio a Gaza, che sta uccidendo non solo centinaia di migliaia di palestinesi innocenti, ma anche la nostra stessa umanità, mentre assistiamo apparentemente incapaci di impedire ai nostri governi di essere passivi e spesso complici di crimini contro l’umanità che una volta avevamo giurato che non sarebbero accaduti “mai più”.
E siamo sull’orlo dell’abisso di un’esplosione mortale dell’intero sistema finanziario transatlantico, con la sua bolla speculativa di oltre 2 quadrilioni di dollari di debiti e derivati, che sono illegittimi e odiosi. È la volontà unica dell’establishment occidentale di mantenere questo sistema fallimentare, con ogni mezzo, che sta portando l’umanità verso la guerra nucleare e il genocidio.
Questo sistema finanziario deve essere sottoposto a riorganizzazione fallimentare in questo anno giubilare del 2025, cancellando tutte quelle porzioni della bolla speculativa da 2 quadrilioni di dollari che sono illegittime e odiose. Si tratta di termini morali e giuridici, fondati sul diritto internazionale, come ha dimostrato il caso dell’Ecuador nel 2008. Il mondo deve fare ora ciò che il piccolo Ecuador fece allora.
Nella Chiesa cattolica, i Giubilei ordinari si celebrano ogni 25 anni. L’ultimo è stato indetto nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II. Con il suo ampio appello alla giustizia, le forze della società civile di molti Paesi, tra cui l’Ecuador, hanno iniziato a studiare e a mettere in discussione la validità del debito che era stato imposto alle nazioni del settore in via di sviluppo. Nel luglio 2007, il governo equadoregno ha convocato una Commissione per la revisione completa del credito pubblico (CAIC), dalla quale è emerso, dopo uno studio approfondito durato 18 mesi, che il debito commerciale estero dell’Ecuador è stato un meccanismo di saccheggio illegittimo e illegale tra il 1976 e il 2006, passando da 16 milioni di dollari nel 1976 a 4,2 miliardi di dollari nel 2006, nonostante il trasferimento netto ai creditori di 7,1 miliardi di dollari in interessi e capitale in quel periodo di 30 anni. Chiamiamola “aritmetica dei banchieri”: 16$-7.100$ = 4.200$.
Nel 2008, basandosi su quello studio, il governo dell’Ecuador ha annunciato una moratoria unilaterale del debito e ha imposto un “taglio” del 70-80% ai suoi obbligazionisti. Wall Street e la City di Londra hanno urlato e strepitato, ma la moralità e la legalità erano entrambe dalla parte dell’Ecuador.
“Debito odioso” è un termine giuridico nato nel 1927 dal giurista russo-americano Alexander Nahun Sack, che si basò su due studi: il debito imposto al Messico dall’invasione e dall’occupazione del Paese da parte dell’imperatore asburgico Massimiliano a metà del XIX secolo, debito che fu ripudiato dal più grande presidente messicano, Benito Juárez, con l’aiuto di Abramo Lincoln; e il caso di Cuba all’inizio del XX secolo, che raggiunse l’indipendenza dalla Spagna e dal debito che questa aveva imposto alla sua colonia insulare. Sack ha scritto nel suo Les Effets des transformations des États sur leurs dettes publiques et autres obligations financières: Traité juridique et financier, Recueil Sirey, 1927:
“La ragione per cui questi odiosi debiti non possono essere lasciati a carico dello Stato è che tali debiti non soddisfano una delle condizioni che determinano la legalità dei debiti dello Stato, ossia: I debiti dello Stato devono essere contratti e i fondi erogati per le necessità e nell’interesse dello Stato. I debiti odiosi, contratti e utilizzati per scopi che, a conoscenza dei creditori, sono contrari agli interessi della nazione, non obbligano quest’ultima”.
Istituzioni internazionali come l’UNCTAD hanno successivamente pubblicato studi che riconoscono la validità dell’argomentazione di Sack, come il saggio del luglio 2007 “The Concept of Odious Debt in Public International Law ” del Prof. Robert Howse, docente di diritto presso la University of Michigan Law School.
Il famoso economista e statista americano Lyndon LaRouche (foto) ha fatto risalire questo stesso concetto – il requisito che il debito serva al benessere generale – ai fondatori del sistema economico americano. In un discorso del gennaio 2011, LaRouche ha dichiarato:
Un debito onesto verso il futuro può essere pagato solo attraverso la creazione onesta di ricchezza fisica equivalente nel futuro, che include lo sviluppo delle capacità creative di ogni cittadino, di ogni bambino e di ogni adolescente”.
“I debiti generati da un sistema creditizio vengono ripagati dalla prolificità della produzione futura; lo avevano già capito i Winthrops e i Mathers della colonia del Massachusetts. Tali debiti richiedono che il governo limiti la loro accumulazione alla parte efficiente del suo impegno a promuovere la produzione. Legalmente, possono essere contratti solo sulla base di una maggiore creazione di ricchezza fisica e di una crescita della produttività fisica della nazione. Qualsiasi debito contratto come risultato di una speculazione finanziaria non ha alcuna legittimità agli occhi di un governo.
“È così che si può descrivere con parole semplici il grande principio di Hamilton, che è implicito nell’intento del preambolo della nostra Costituzione.
“I debiti sono buoni quando sono concepiti per essere buoni, come nel caso di un sistema creditizio che si basa sull’impegno ad aumentare la creazione netta di ricchezza per persona e per chilometro quadrato del territorio di una nazione”.
È questo approccio – che ha guidato anche il Trattato di Westfalia del 1648, comprese le sue disposizioni per la moratoria del debito – che deve ora essere applicato globalmente in questo Anno giubilare, per liberare il mondo dalla peste dell’usura una volta per tutte, e con essa dalla minaccia della guerra e del genocidio. In questo modo si potranno creare le premesse per l’organizzazione di un Nuovo Paradigma basato su una nuova architettura internazionale di sicurezza e sviluppo, che consenta di emettere buoni crediti per la giusta causa dello sviluppo economico globale.