Altro che clima repressivo… Nel 2024 i dati del Viminale attestano che 266 poliziotti sono stati feriti nelle piazze antagoniste. Oltre 12mila sono stete le manifestazioni con proteste violente soprattutto nelle sfilate pro-Palestina. Uno scchiaffo n faccia a chi si ostina a dipingere l’Italia del governo di centro destra come una Repubblica autoritaria sove sono a rscho le libertà di manifestare ed esprimere opinioni. Se ne è ricordatao Mattarella nel suo discorso di fine anno, riconoscendo che «la sicurezza resta una preoccupazione dei cittadini. E va assicurato massimo sostegno alle vittime dei reati». Un onore al merito a carabinieri e polizia per il fatto che negli ultimi dieci anni – dice il Capo dello Stato- «sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con diminuzione di omicidi volontari, rapine e furti in casa».
Duecentosessantasei poliziotti feriti è un dato che grida vendetta. Negli ultimi dodici mesi ci sono state 12.287 manifestazioni: una media di 35,5 al giorno. 4.602 per ragioni politiche o elettorali, 4.186 per questioni occupazionali. E 1.873 legate alle guerre che stanno sconvolgendo il mondo. Liberttà di manifestare a rischio? Che risate. Nell’anno appena concluso si è registrato un aumento di proteste di quasi il 10% rispetto all’anno precedente: con 14 persone arrestate e 2.065 denunciate.
E per quanto riguarda il dato più inquietante – il ferimento degli agenti nell’esercizio delle loro funzioni – dai dati del Viminale si evince che 266 agenti feriti rappresentano un incremento del 122% rispetto all’anno precedente. Le opposizioi attaccarono ferocemente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, quando in una relazione al Parlamento del marzo scorso aveva previsto questa escalation; stigmatizzando «un clima di crescente aggressività» nei confronti degli agenti. Il Coisp, il sindacato dei poliziotti, aveva poi respinto le accuse della sinistra sul presunto clima repressivo e securitario instaurato dal governo Meloni, parlando, al contrario, «di un clima da caccia all’agente». Un assaggio di questo clima teso sempre a puntare l’indice contro l’operato della polizia si è registrato con la colpevolizzazione degli agenti in occasione del tragico caso Ramy al quartiere Corvetto: il linciaggio dei carabinieri che hanno inseguito il due ragazzi sul motorino che non si erano fermati a un posto di blocco. I video dimostrarono che l’impatto fatale costato la vita a Ramy non è stato casato dal tallonemento del veicolo dei carabinieri. Ma furono settimane di accuse.
Arriviamo quindi ad oggi e all’ extracomunitario di origine egiziana che, a Rimini ha accoltellato quattro persone. Poi si è lanciato contro i carabinieri, pronto a colpirli. E’ rimasto ucciso ed ora l carabiniere è indagato per eccesso di legittima difesa. Di certo il clima sociale ribollente non è facilitato dgli irresponsabili inviti alla «rivolta sociale», che spingono sulle piazze per mettere in difficoltà il governo. Il 2025b si apre con una raffica di scioperi annunciati, mai visti neglui anni passati. E si sa che nel legittimo diuritto di manifestare e scioperare si inseriscono frange asntagoniste che metteranno a dura prova il lavoro delle forze dell’ordine.
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