Mady Camara, ex centrocampista giallorosso arrivato dall'Olympiakos nel 2022, non ha dimenticato l'Italia e la Roma. Queste le sue parole sul suo periodo nella Capitale in un'intervista per Gianlucadimarzio.com: "L’altra sera ho visto la partita contro il Milan. Li seguo ancora e tifo per loro: parlo con Pellegrini e Svilar, a volte anche con Mancini. La nostra era una grande squadra, peccato per la sconfitta in finale contro il Siviglia. Ma ho ricordi fantastici. La passione della città mi è rimasta dentro: l’atmosfera in Serie A è magica. Ora sono concentrato sul Paok, ma in futuro chissà: tornare in Italia non mi dispiacerebbe. In giallorosso è stato un anno molto positivo e ho avuto la fortuna di essere allenato da Mourinho“. Sulla Finale di Europa League a Budapest: "La finale contro il Siviglia è stato un momento speciale ma allo stesso tempo una grande delusione. Dopo la sconfitta eravamo dispiaciuti. Mourinho ci ha detto di tenere la testa alta: ‘Avete fatto un grande lavoro. Non ci hanno dato un rigore solare, meritavamo di più. Ma se continuerete a lavorare così, questa squadra potrà raggiungere grandi traguardi’. Il centrocampista ha poi continuato sul suo rapporto con lo Special One: "Ho un bel rapporto con lui, gli ho scritto anche quando ha firmato con il Fenerbahce per augurargli il meglio. Mi ha chiamato a sorpresa. Aveva parlato con Pedro Martins, che era il mio allenatore all’Olympiacos e Martins gli aveva detto solo cose positive di me. Mou mi studiava da anni: era rimasto impressionato da una mia performance in Europa League nel 2019 contro il suo Tottenham. Mi ha conquistato con una frase: ‘Se verrai con me, devi essere sempre il Mady che ho visto in quella partita'. Quella Roma era un bel gruppo, mi sono divertito. Tutti i leader mi hanno accolto come a casa sin dal primo giorno”. Una squadra con qualità importanti: “Mi impressionavano in molti. Se ne devo scegliere tre per qualità e talento è una lotta tra Dybala, Pellegrini e… Volpato. Cristian due anni fa era giovanissimo ma aveva qualità enormi: tutti alla Roma sentivano che sarebbe potuto diventare un grande giocatore".