La bambina morta assiderata a Gaza durante la notte di Natale, i bombardamenti russi in Ucraina, gli ostaggi di Hamas. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dedica alla guerra e alle “barbarie” che “non risparmiano neppure le festività”, una parte rilevante del suo messaggio di fine anno (qui il discorso integrale). “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza“, ha detto il Capo dello Stato sottolineando che pace “non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce”. Mattarella ricorda anche che la spesa per armamenti “ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari”, “Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità“. Una “sconfortante proporzione“, la definisce. Presidente della Repubblica che ha ricordato anche Cecilia Sala, la giornalista in carcere in Iran dal 19 dicembre: “Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti” per la sua detenzione: “Le siamo vicini – ha detto Mattarella – in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Spazio nel suo decimo discorso di fine anno anche alle “luci e ombre” dell’Italia: a partire dalla salute, le “lunghe liste d’attesa per esami” e le “numerose persone” che “rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”, fino alla “disuguale disponibilità di servizi” tra Nord e Sud e un pensiero anche ai detenuti oltre che una dura condanna del fenomeno dei femminicidi. “La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”, ha ricordato.
“La pace grida la sua urgenza” – Dal palazzo del Quirinale il capo dello Stato ha ricordato le “migliaia di vittime civili delle guerre in corso”, che “turbano tragicamente le nostre coscienze”: “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione”. Pace che, sottolinea Mattarella, “non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi”, ma è “la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità“. “Perché – ha proseguito – è giusto. E, se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente, perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa“.
Spesa per le armi e cambiamento climatico – Ma affronta anche la “sconfortante sproporzione” tra la spesa per le armi e quella per il clima. “La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità”. Mattarella torna nel suo discorso sui cambiamenti climatici: “Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure”.
Il valore della libera informazione – Parlando di Cecilia Sala il presidente della Repubblica sottolinea “il valore della libera informazione“. “Tanti giornalisti – ha proseguito – rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”. Mattarella parla anche del Giubileo appena iniziato. “La notte di Natale Papa Francesco – cui invio auguri pieni di riconoscenza – ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza. Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà“.
Le luci e le ombre dell’Italia: dai salari bassi alla sanità – Il Capo dello Stato cita poi le “luci e ombre riguardano anche la nostra Italia” a partire dal lavoro. Se “i dati dell’occupazione sono incoraggianti” resistono per “aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassintegrazione”. L’aspetto confortante dei dati sull’occupazione però “stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati”. Ma anche i problemi della sanità: “La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari“, ha detto il Presidente. “Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito”, ha sottolineato. “La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti”.
I migranti “patrioti” – Spazio anche ai migranti e integrazione. “È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società”. Patriottismo è anche, ha sottolineato Mattarella, “quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie”.
Lo “scandalo” dei femminicidi – In Italia troviamo valori, coraggio e comportamenti positivi come “nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste”, ha detto il presidente della Repubblica.
“Ascoltare il disagio dei giovani” – “Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza“, ha aggiunto Mattarella: “Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi“. “Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti – ha continuato il capo dello Stato – purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo”. “I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese – ha rimarcato Mattarella -. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni”.
I detenuti e il sovraffollamento delle carceri – Un pensiero il presidente lo rivolge anche ai detenuti che “devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”. “L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”, detto Sergio Mattarella rimarcando il “rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere”.
Gli 80 anni della Liberazione – “Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità”.
Le citazioni di Mattarella – Diversi i casi di cronaca, le personalità, le autorità e le istituzioni citati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tradizionale discorso di fine anno, oltre alla vicinanza espressa alla giornalista Cecilia Sala. Poi, il riferimento a Papa Francesco e al suo richiamo alla speranza. Tra le istituzioni, Mattarella ha menzionato l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani che ha scelto “rispetto” come parola dell’anno. Tra i casi di cronaca ricordati, l’incidente sul lavoro a Calenzano, che ha causato cinque vittime, e il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il capo dello Stato ha inoltre citato il caso di Sammy Basso, deceduto quest’anno, le cui parole “insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà”. Il presidente della Repubblica ha infine ricordato “l’entusiasmo” degli allievi della Marina militare sulla nave Trieste e “l’orgoglio” degli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di Parigi.
“La speranza siamo noi” – Mattarella affida la sua conclusione del discorso al tema della speranza: “Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra. Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, concludendo il tradizionale discorso di fine anno.
L'articolo Il discorso di Mattarella: “Sconfortante sproporzione tra la spesa militare e quella per contrastare il cambiamento climatico” proviene da Il Fatto Quotidiano.