Un legame inscindibile, dopo un round di finanziamento da oltre 10 miliardi di dollari. Microsoft è stata l’azienda Big Tech che ha creduto in OpenAI più di tutte le altre e, attraverso questa mossa, ha colmato delle lacune interne che la vedevano leggermente indietro rispetto alle altre aziende americane del comparto tecnologico nella proposizione di prodotti per il consumatore. Grazie a OpenAI, Microsoft ha fatto diventare competitivo Copilot, dopo aver perso – ad esempio – contro Google la partita collegata al motore di ricerca. Grazie a OpenAI, Microsoft ha potuto realizzare prodotti all’avanguardia nel campo dell’intelligenza artificiale e ha potuto beneficiare anche del fatto che l’azienda di Sam Altman utilizzi – fino a questo momento in maniera pressoché esclusiva – i servizi cloud di Microsoft. Con il finanziamento, inoltre, il colosso di Redmond ha potuto fare la voce grossa quando, all’interno di OpenAI, si ragionava sulla sostituzione di Altman.
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Negli ultimi tempi, il cambiamento societario in seno a OpenAI e l’accordo segreto tra quest’ultima e Microsoft sul raggiungimento dell’intelligenza artificiale generale (cosa che accelererebbe i tempi di un eventuale divorzio) hanno portato Satya Nardella, amministratore delegato del colosso di Redmond, a individuare altre strade. La prima – che risale in realtà già al mese di febbraio 2024 – è stata quella di applicare il modello dell’accordo Microsoft-OpenAI a un’altra start-up (questa volta tutta europea) che opera nel campo dei modelli di linguaggio, ovvero la francese Mistral AI. Anche per l’azienda francese Microsoft fornisce servizi di cloud computing, mentre ha acquisito delle azioni per avere voce in capitolo in quello che, evidentemente, ritiene essere un asset importante.
L’altra strada è quella dell’individuazione di divisioni interne alla stessa Microsoft che, nel medio periodo, possano offrire delle soluzioni resilienti e proprietarie nel campo dei modelli linguistici leggeri, per l’applicazione base dei software di intelligenza artificiale. Insomma, se – dal punto di vista dell’esposizione pubblica – Microsoft continua a sposare in pieno l’accordo con OpenAI, dall’altra parte (esattamente come sta facendo, per parte sua, la società di Sam Altman) cerca di individuare delle exit strategies per non trovarsi scoperta nel caso di una improvvisa rottura dei rapporti. Che potrebbe arrivare presto, quando l’intelligenza artificiale generale diventerà un tema, non soltanto di natura economica, ma anche di natura etica.
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