Sono stato in Siria una volta, all’inizio degli anni 2000, mentre ero impegnato in un progetto di ricerca in Libano. L’ho trovato un Paese affascinante, ricco di cultura e tradizioni e accogliente nei confronti degli stranieri. Oggi, mi dispiace vedere in quali condizioni disperate sia ridotto. Ma per tutto ciò che accade c’è una ragione: in questo caso la troviamo nel petrolio.
Tutti i paesi produttori di petrolio devono affrontare la cruda realtà che la produzione petrolifera non può durare all’infinito. Trovate qui i dati sulla produzione di petrolio in Siria. Ha cominciato a salire negli anni 1970, ha raggiunto un massimo verso la metà degli anni 1990, per poi andare praticamente a zero verso il 2013. Il ciclo di produzione del petrolio in Siria corrisponde perfettamente alla ambizioni siriane per una “Grande Siria”, quando il governo siriano aveva cercato di annettere il Libano. Tuttavia, a metà degli anni Novanta, con il calo della produzione, il governo siriano si è trovato a lottare non più per il dominio regionale, ma per la sua mera sopravvivenza.
Ci si poteva aspettare che il governo crollasse insieme al crollo della produzione petrolifera, ma non è stato così. Negli ultimi 10 anni circa, la Siria ha spostato la sua economia dal petrolio alla potente anfetamina nota come “Captagon” (ovvero “Fenetillina”). Si tratta di una droga illegale che può portare le persone a un tale grado di follia omicida da indossare una cintura esplosiva e a farsi saltare in aria in uno spazio pubblico affollato. Ho discusso l’uso di questa e di altre droghe simili nel mio libro L’età dello Sterminio.
Il passaggio da petrolio a droghe pesanti non è tanto strano come potrebbe sembrare. In entrambi i casi abbiamo un “mercato vincolato” dove i clienti sono dipendenti dal prodotto e disposti a pagare quasi qualsiasi prezzo per averlo. Questo è il motivo per cui la mafia non produce smartphone o chip per computer, ma tende a vendere droghe illegali. Non abbiamo i dati dettagliati sulla produzione di Captagon in Siria, ma sembra che avesse raggiunto circa l’80% della fornitura mondiale, circa 5 miliardi di dollari all’anno che rappresentavano più del 50% del Pil.
Il problema quando qualcuno si mette a lavorare con le droghe pesanti è che la concorrenza tende a usare metodi violenti. Non possiamo sapere cosa esattamente sia successo e abbia portato alla distruzione dell’industria siriana della droga, ma è successo. Nel 2022, gli Stati Uniti hanno promulgato il “Captagon Act”, con l’obiettivo specifico di fermare la produzione siriana. Sono seguiti dei raid aerei della Giordania nel 2023 che hanno distrutto alcune fabbriche di Captagon in Siria. Parallelamente, l’azione diplomatica di alcuni stati arabi sembra aver convinto il presidente Assad ad accettare di interrompere la produzione. E’ possibile che Assad non abbia capito che senza i soldi del Captagon non poteva sopravvivere? Improbabile, ma può darsi che non abbia avuto scelta dopo che qualcuno gli ha fatto trovare una testa mozzata di cammello nel letto, o qualcosa di equivalente.
La storia della Siria ci dice qualcosa su quel che succede quando un Paese che si basa sulla produzione di petrolio per la propria economia raggiunge i limiti fisici della produzione. Questo tipo di economia è spesso basata sulla corruzione e, una volta diventata dipendente da questo tipo di risorse, è quasi impossibile tornare a un’economia “normale.” È il fenomeno chiamato a volte “malattia olandese”. Ma, dopo quello che abbiamo visto quest’anno, potremmo chiamarlo “malattia siriana”.
In futuro, con il procedere dell’esaurimento delle risorse petrolifere, è probabile che questo fenomeno colpisca altri Paesi. Prima o poi ci dovremo liberare definivamente del petrolio, ma ci vorrà ancora molto tempo e molta sofferenza.
L'articolo Cosa ha causato il crollo del governo in Siria? Io un’idea ce l’ho proviene da Il Fatto Quotidiano.