L’ex presidente americano Jimmy Carter è morto all’età di 100 anni. Eletto alla Casa Bianca per un unico mandato, dal 1977 al 1981, la sua presidenza è stata segnata da due eventi di rilievo. Da una parte, l’accordo di Camp David del 1978, che ha portato alla storica pace tra Egitto e Israele. Dall’altra, la crisi degli ostaggi americani in Iran, un episodio che ha contribuito alla sua sconfitta nella corsa per un secondo mandato.
Figlio di un coltivatore di arachidi in Georgia, Carter era considerato un outsider della politica. Dopo aver servito come governatore della Georgia dal 1971 al 1975, nel 1976 riuscì a conquistare la presidenza, facendo campagna elettorale contro l’establishment e sconfiggendo l’uscente Gerald Ford. Prometteva onestà e competenza, valori richiesti dal Paese dopo gli anni difficili della guerra del Vietnam e lo scandalo Watergate, che aveva costretto il presidente Richard Nixon alle dimissioni.
Nel 2015, Carter annunciò di essere affetto da un cancro al fegato, che si era diffuso ad altre parti del corpo. Nonostante le numerose operazioni e cure, nel febbraio 2023 il Carter Center comunicò che l’ex presidente avrebbe interrotto i trattamenti ospedalieri, scegliendo di trascorrere gli ultimi mesi della sua vita a casa, sotto cure domiciliari. Malgrado la malattia, Carter è diventato l’ex presidente americano più longevo della storia. Sua moglie Rosalynn, con cui è stato sposato per quasi 77 anni, è morta nel novembre 2023 all’età di 96 anni.
Ad agosto 2023, poco prima di compiere 100 anni (raggiunti il 1° ottobre), Carter confidò al figlio Chip di voler vivere abbastanza per votare Kamala Harris e contribuire così a sconfiggere Donald Trump. Sebbene sia riuscito a votare, non ha visto realizzato il suo ultimo sogno politico.
Dopo la sconfitta alle presidenziali del 1980 contro Ronald Reagan, Carter si dedicò a tempo pieno alla creazione e alla gestione del Carter Center, fondato nel 1982. Questo centro si è impegnato su temi come sanità, democrazia e diritti umani, ottenendo un grande impatto globale. Per i suoi sforzi in favore della pace e della giustizia sociale, Carter è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2002. Con il suo centro, l’ex presidente ha difeso per decenni la democrazia globale e i diritti umani, criticando apertamente alcune scelte di politica estera degli Stati Uniti, come le guerre in Medio Oriente, l’isolamento della Corea del Nord e il trattamento riservato alla Palestina da parte di Israele.
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