LESSOLO. Nella giovialità di Giovanna Ottello si percepisce subito una grande disponibilità, la voglia di esserci e mettere al servizio degli altri la propria manualità frutto di un’innata curiosità per tutto ciò che riguarda la possibilità di accostare materiali semplici e comuni al fine di ottenere manufatti originali ed accattivanti.
«Ad un certo punto della vita ho deciso di prendermi del tempo per dedicarmi a passioni che, per impegni di famiglia e lavoro, non avevo potuto sviluppare. Ogni attività interessante in cui m’imbatto mi stimola a cimentarmi nel farla e quando rimasi vedova questa inclinazione mi aiutò enormemente a riempire la solitudine. Mi dedicai al decoupage su vetro, su legno e poi anche all’uncinetto, al disegno, alla pittura, sempre mossa dal desiderio di sperimentare», si racconta Ottello, che vive a Calea, frazione di Lessolo. Quest’ultimo è il paese delle fontane e l’idea di una festa dedicata ad esse prese forma durante l’amministrazione guidata dalla sindaca Elena Caffaro, sorella di Giovanna. Di lì il passo di invitare gli alunni delle scuole ad addobbarle in occasione delle feste fu breve. Gli studenti, tuttavia, avevano difficoltà a raggiungere Calea.
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«Il sindaco mi interpellò e questo è il quarto anno che curo l’allestimento della fontana di via Mario Franza», spiega Giovanna, la cui altra grande passione nella vita sono i suoi 7 nipoti, di età dall’anno e mezzo ai 19 anni, che la tengono molto occupata e che coinvolge anche nelle sue passioni. Fondamentale in questo 2024 è stato l’aiuto che Ottello ha ricevuto dal sindaco Walter Dagassolemi il quale, con il consigliere Luciano Bordet, ha procurato i tronchetti di legno che poi lei ha vestito, dando loro anche un viso grazie all’applicazione di occhi, naso e bocca, a formare un coro di 12 elementi di svariata altezza e “prestanza fisica” appoggiati ad un basamento in legno calato nella vasca della fontana. Negli anni l’ispirazione della creatrice è sempre partita da un punto fermo.
«Penso sempre a come potrei riutilizzare oggetti di uso quotidiano e così il primo anno allestii un albero di Natale a cui appesi pupazzetti e angioletti fatti con delle pigne che poi, per proteggerli dagli elementi, infilai in bottiglie di plastica trasparenti. Unii quindi pezzi di polistirolo da imballaggio a formare una catena per completare la decorazione», ricorda. «L’anno passato – aggiunge – impiegando bottiglie bianche del latte, realizzai degli omini di neve da appendere e da due bidoni dell’acqua uscì un pupazzo grande che rivestii con una pellicola in schiuma da imballaggi».
La sua disponibilità verso il prossimo l’ha portata anche ad essere da anni volontaria nell’asilo del paese. «I miei primi bambini sono ormai già alle scuole superiori», scherza per dare la dimensione del tempo trascorso. «Sono un po’ come una nonna che propone attività oppure coadiuva le maestre nel portare a compimento disegni o lavoretti. La bellezza di interagire con questi infanti è nell’entusiasmo che manifestano; non ti tradiscono mai perché sono sempre se stessi. La mia soddisfazione è tutta nel riuscire ad aiutare, soprattutto i più piccoli, ma senza mai apparire», conclude Ottello mai abbandonando il suo contagioso sorriso.