Addio a Cesare Ragazzi, l’imprenditore diventato e personaggio televisivo negli Anni 80 e divenuito anche proverbiale con il suo saluto: “Salve, sono Cesare Ragazzi, mi sono messo in testa un’idea meravigliosa”. Era diventato il “mago” per un tipo di trapianto per combattere la calvizie. Lo spot pubblicitario che entrava in tutte le case era diventato famosissimo per chi è cresciuto in quegli anni. L’imprenditore era originario di Bazzano, un paesino in provincia di Bologna è morto all’età di 83 anni per un malore improvviso.
Ebbe una doppia intuizione: la messa a punto di metodo per il trapianto di capelli e l’uso del mezzo tv per pubblicizzare i suoi prodotti attraverso massicce campagne di spot. Cesare Ragazzi divenne in breve tempo un fenomeno di costume: nello spot si pettinava, si immergeva, nuotava, con un look tipico dell’epoca: baffetto, catenina, asciugamano sulle spalle. Fu quindi con il boom delle tv commerciali e private degli anni ’80 che la sua fama popolare si consolidò e fece proseliti. Divenne apripista per tanti altri e “sdoganò ” il trapianto di capelli per gli uomini che non fu più tabù. La sua società negli anni visse alterne vicende fino al tracollo e al crac nel 2008. Quando, nel 2009, la sua società fu dichiarata fallita dal tribunale di Bologna, aveva aperto ben ottanta centri in Italia e otto all’estero, partendo da un piccolo laboratorio in Valsamoggia (Bologna). Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia.
Commerciante in capelli veri e in parrucche, alla fine degli anni Sessanta diventò praticamente calvo. Messosi a studiare il problema dei trapianti, escogitò la “protesi tricologica”: un impianto non invasivo a contatto con la cute tramite un componente attivo che fa sinergia con l’epidermide: in pratica un parrucchino di capelli naturali. A mandarlo in bestia fu il sentirsi dare del “re dei capelli finti”, racconta il Resto del Carlino. “Eh no, questa non passa – diceva –. Ma quali capelli finti! Quelli li vendono i cinesi. Io e la mia azienda ricostruiamo il cuoio capelluto sul quale poi innestiamo capelli provenienti da donatori: in un centimetro quadrato ci stanno dai 120 ai 150 capelli. Tutto registrato, tutto brevettato a mio nome. Perché, questo sia chiaro, io non sono fallito come persona…”.
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