Sospensione della legge che minaccia il divieto di TikTok in caso di mancata cessione da parte della casa madre cinese ByteDance: questa la richiesta effettuata da Donald Trump alla Corte Suprema degli Stati Uniti, con la volontà del neo-presidente eletto di affrontare personalmente la situazione non appena avrà ripreso posto alla Casa Bianca.
Tramite una lettera scritta dagli stessi avvocati di Trump, è arrivato il seguente comunicato alla Corte Suprema: “Il presidente Trump è l’unico con l’esperienza per raggiungere accordi, il mandato delle urne e la volontà politica di negoziare una soluzione per salvare la piattaforma e allo stesso tempo affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale espresse dallo Stato”.
Doveroso però fare un passo indietro: tutto ha avuto inizio nell’aprile scorso, quando il Congresso aveva votato (con netta maggioranza) la legge che impone alla ByteDance di vendere le attività di TikTok negli Stati Uniti entro e non oltre il 19 gennaio, pena il ban completo dagli USA. Questo con lo scopo di prevenire eventuali manipolazioni o spionaggi da parte delle autorità cinesi che, secondo gli Stati Uniti, sarebbero stati resi possibili dalla stessa applicazione.
Conseguentemente la piattaforma social, che più volte ha negato le accuse, si è rivolta alla Corte Suprema, che poche settimane fa ha fissato intorno al 10 gennaio la data per esaminare la richiesta di revisione della costituzionalità della legge.
Nonostante ciò, recentemente è avvenuto un incontro importante tra lo stesso Donald Trump e il Ceo di TikTok, Shou Zi Chew: incontratisi nella residenza del Chief Executive Officer di Mar-a-Lago in Florida, il Presidente ha più volte espresso appoggio e sostegno all’applicazione, andando in controtendenza rispetto al passato; una scelta motivata dal pubblico giovane, arrivato a Trump proprio grazie a TikTok.
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