CALUSO. Un amministratore condominiale non avrebbe pagato le bollette del gas e dell’acqua che trenta famiglie residenti in un condominio alle porte di Caluso versavano regolarmente. I mancati pagamenti sarebbero andati avanti per due anni, finché lo scorso 15 ottobre i condomini, si erano ritrovati privi del servizio di riscaldamento, nonostante l’acquisto di una nuova caldaia.
A quel punto i condomini si sono rivolti ad un nuovo amministratore, il geometra Luigi Canaldi, che ha scoperto il presunto ammanco: tra bollette del gas e dell’acqua, il debito ammonterebbe a 170 mila euro.
Canaldi ha affidato la pratica a due legali per la parte civile e quella penale.
«Per il momento –dice Canaldi – sono riuscito a bloccare la sospensione del servizio idrico attraverso una rateizzazione – più complessa la pratica con il gestore dell’energia, poiché il vecchio contratto non è più valido. Di conseguenza i residenti del palazzo hanno dovuto trovare soluzioni di emergenza per riscaldarsi: tra loro ci sono famiglie con bambini ed anziani».
Secondo una prima ricostruzione l’ex amministratore, che sarebbe subentrato nella gestione del condominio, alla morte della madre, senza averne titolo, non avrebbe pagato il riscaldamento per due anni. Inoltre avrebbe utilizzato parte del fondo cassa del condominio, senza più convocare assemblee, per pagare i conti di un altro condominio, mentre i contratti da lui sottoscritti non sono validi.
Questi «giroconti» sono purtroppo molto comuni, ed utilizzati da alcuni amministratori per pagare le spese di altri palazzi da loro gestiti che non hanno abbastanza liquidità sui conti per spese e bollette.
«Il problema – spiegano i residenti del condominio – è scoppiato quando cambiando amministratore ci siamo accorti di avere i conti pignorati. Negli ultimi anni, infatti, il vecchio amministratore “di fatto” non aveva più convocato assemblee, prima per il Covid e poi con mille altre scuse. Nessuno di noi ha controllato, ma ci fidavamo, e poi a parte alcuni morosi “noti”, abbiamo sempre pagato le spese. Ora speriamo che la vicenda si sblocchi con l’avvio dell’iter legale».
A questo proposito Canaldi, abituato ad affrontare querelle del genere, precisa: «I legali stanno ricostruendo tutta la complessa vicenda per poi procedere con la denuncia in sede penale e civile».lydia massia