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Credeva fortemente nella politica e nel fondamentale rispetto delle istituzioni. Tullio Montagna, ex presidente della Provincia di Pavia ed ex senatore, è morto alle 4 di ieri mattina in ospedale, a 81 anni, dopo un’esistenza declinata interamente a Sinistra, ma sempre aperta al dialogo con le altre forze politiche. Per sua espressa volontà non vi saranno funerali, nè civili nè religiosi.
nato a broni
Nato a Broni il 21 maggio 1943, Montagna si avvicinò all politica nelle fila del Partito comunista italiano e, negli anno Ottanta, ne fu consigliere comunale . A maggio del 1988 fu eletto in Consiglio provinciale e un anno dopo, il 16 ottobre 1988, venne eletto presidente dell’amministrazione provinciale. In questa veste diede vita a una giunta che oggi si definirebbe “campo largo”, con l’alleanza tra Partito comunista, Democrazia Cristiana e Partito socialdemocratico. Nella sua squadra alcuni nomi storici della politica pavese, come Vittorio Poma (Dc), Riccardo Fiamberti (Dc) e Piergiovanni Barone (Pci).
«Politicamente – rammenta Vittorio Poma – fu interprete di una fase particolare, quella delle giunte “di programma”. Cercò sempre la collaborazione con tutti gli assessori, io avevo 30 anni e la delega ai Servizi sociali. Ricordo che ci sollecitava a pretendere rigore e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, riteneva che queste fossero le condizioni per rendere credibile un politico. Mi ha insegnato il rispetto per le Istituzioni, che già avevo trovato in Virginio Rognoni e a servirle con lealtà e rigore».
le provinciali del 1993
Terminato il proprio mandato nell’anno che sarebbe divenuto simbolo per l’inchiesta “Mani pulite” a Milano, Montagna si ricandidò per un secondo mandato sostenuto da quello che nel frattempo, dopo la svolta di Achille Occhetto alla Bolognina, era divenuto il Partito democratico della sinistra. Non centrò l’obbiettivo della presidenza, ma fu rieletto in Consiglio provinciale.
Coronò la propria carriera politica nel 1996, quando fu eletto senatore con il 37% delle preferenze in quota Ulivo. La militanza a sinistra lo portò, poi, a essere il primo presidente non partigiani dell’Associazione nazionale partigiani di Pavia e a rivestire lo stesso ruolo, ma a livello regionale. In molte occasioni spese parole di forte preoccupazione per il riaffiorare di rigurgiti fascisti non solo in Italia, ma anche in altre Nazioni europee.
Pur da ex funzionario di banca, Tullio Montagna non perse mai di vista la politica, né quella nazionale né quella locale: nel 2019 fu molto critico a proposito delle frizioni tra l’allora sindaco, Massimo Depaoli e i vertici del Partito democratico. La sua parabola politica si sviluppò parallemamente a quella di Romana Bianchi, anche lei bronese e anche lei parlamentare del Pci. «Ci conosciamo dalle elementari – ha detto ieri, commossa, l’ex deputata – abbiamo condiviso tantissime battaglie politiche. Lui e sua moglie fanno parte della mia vita. Cosa posso dire di Tullio?». Montagna lascia la moglie Luisa e le due figlie, Maura e Silvia. Per sua volontà non saranno celebrati funerali. «Teniamolo in vita con un bel ricordo», ha concluso Romana Bianchi.