Il recupero delle competenze tra gli studenti, l’abbattimento della dispersione scolastica, le riforme, il rinnovo dei contratti: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, traccia un bilancio 2024 della scuola, portando numeri che confermano il cambio di passo. E per il 2025 annuncia la rivoluzione del merito anche per i presidi: dal prossimo anno sarà introdotta per la prima volta la valutazione dei dirigenti scolastici. «Inciderà sulla retribuzione di risultato che fino adesso è stata data a pioggia, e che ora sarà invece legata al raggiungimento di obiettivi», ha spiegato in un’intervista al Messaggero.
Quello che si sta per chiudere, ha detto il ministro, è «un anno segnato da un recupero importante delle competenze, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno. I dati Invalsi lo testimoniano: Agenda Sud ha cominciato a funzionare, in Italiano, Matematica, Inglese soprattutto c’è stato un recupero doppio rispetto a quello, che comunque è stato registrato al Centro e al Nord». Dati positivi anche per quanto riguarda la lotta alla dispersione, sia “implicita” che “esplicita”. La prima, che riguarda proprio le competenze, «è scesa al 6,6% rispetto all’8,7% dell’anno precedente, ed è il dato più basso in assoluto». «La dispersione esplicita, quindi l’abbandono del percorso scolastico, è al 9,4%, per la prima volta sotto al 10: siamo in largo anticipo rispetto ai risultati previsti dall’Europa e dal Pnrr», ha rivendicato ancora Valditara nel colloquio con Enrico Menicucci, che firma l’intervista. Gli anni bui del Covid, insomma, finalmente «ce li stiamo lasciando indietro».
Il 2024, inoltre, «è stato l’anno delle riforme: quella sull’Istruzione Tecnico-professionale, il 4+2; il voto in condotta, con norme molto più stringenti in base alle quali si verrà rimandati con il 6 e bocciati con il 5. Ci saranno le attività di cittadinanza solidale obbligatorie. E poi la continuità didattica per gli insegnanti di sostegno su scelta delle famiglie, che sarà possibile fare quest’anno a valere sul prossimo anno scolastico; le misure per gli stranieri di primo arrivo; l’uso dell’Ia in via sperimentale per la didattica; il divieto dei cellulari in classe; gli aumenti previsti nei nuovi contratti del personale scolastico».
Gli aumenti «fra lo scorso contratto e quello in scadenza di circa 300 euro lordi in più al mese, a cui si aggiunge il taglio del cuneo fiscale. Stiamo iniziando a recuperare il potere di acquisto perso in 11 anni dai lavoratori della scuola: dal 2009 al 2020, quando i contratti erano rimasti bloccati», ha sottolineato ancora Valditara, annunciando che nel 2025 arriverà «per la prima volta, la valutazione dei dirigenti scolastici» che consentirà il passaggio dai premi a pioggia quelli per i risultati raggiunti.
Ma l’anno che verrà sarà anche quello dei concorsi, «mai prima d’ora così tanti». «Abbiamo bandito selezioni per docenti, ispettori, presidi, insegnanti di religione, personale amministrativo, arriveranno anche nuovi funzionari per gli uffici scolastici regionali che snelliranno la gestione degli appalti, ad esempio per le gite scolastiche. Concorsi che – ha chiarito il titolare del Mim – in alcuni casi non si facevano da 20 anni, in altri dal 2014, in altri ancora dal 2017».
Nel bilancio 2024, infine, Valditara inserisce anche un’inedita svolta culturale all’interno della scuola, quella per cui di fronte alle occupazioni ci sono stati presidi e genitori scesi in piazza per dire no. «Si è messa in moto la maggioranza rimasta a lungo silenziosa e che per troppo tempo ha subito la prevaricazione di una minoranza», ha ricordato il ministro, sottolineando che questa maggioranza sente di non essere più sola. «Ora sa che il Governo sta dalla parte di chi rispetta e fa rispettare la legge», ha spiegato, ricordando tra l’altro l’iniziativa assunta dal ministero di costituirsi parte civile contro i responsabili dei danneggiamenti durante le occupazioni, «chiedendo il risarcimento».
«Rispetto alla sinistra abbiamo una visione diversa: chi, occupando, sfascia la scuola commette un gesto di teppismo, non un’azione politica. Danneggia la collettività e il diritto allo studio degli altri studenti», ha ribadito Valditara, ricordando anche in relazione al messaggio del Papa all’apertura della Porta Santa la centralità del «rispetto verso l’altro, verso il compagno, dal latino “cum” e “panis”, quello con cui si mangia il pane» e che nella scuola, in questi due anni, il governo ha incarnato con gli impegni per «la lotta contro il bullismo, la prepotenza, la maldicenza, la violenza», attraverso misure concrete come «il voto in condotta, restituendo autorevolezza ai docenti, valorizzando i talenti, insistendo con l’Educazione civica per cui viene prima la persona e poi lo Stato».
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