Quattordici membri delle forze di sicurezza della nuova autorità siriana e tre uomini armati sono stati uccisi in scontri nella provincia di Tartous, quando le forze hanno tentato di arrestare un ufficiale legato alla famigerata prigione di Sednaya, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.
L’Osservatorio ha riferito che gli scontri si sono verificati a Tartous, una roccaforte della minoranza alawita dell’ex presidente Bashar al-Assad.
Il nuovo ministro dell’interno siriano ha confermato le vittime in un messaggio su Telegram, aggiungendo che 10 agenti di polizia sono rimasti feriti da quelli che ha definito “resti” del governo di Assad. Il ministro ha promesso di punire chiunque osi “minare la sicurezza della Siria o mettere in pericolo la vita dei suoi cittadini”.
Il violento episodio avviene mentre manifestazioni e un coprifuoco notturno segnano i disordini più diffusi dall’estromissione di Bashar al-Assad avvenuta oltre due settimane fa. Un manifestante è stato ucciso e altri cinque feriti a Homs “dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere” la folla, ha riferito l’Agence France-Presse.
Le proteste hanno interessato diverse città, mentre circolava sui social media un video non datato che mostrava un incendio all’interno di un santuario alawita nella città di Aleppo. Le nuove autorità di Damasco hanno detto che si trattava di un video vecchio.
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