di Paolo
Gli auguri di Natale del nostro Presidente del consiglio, intelligentemente non ripreso dalla cucina per non richiamare futili paragoni con Martha Stewart, mi sono parsi corretti, almeno per un po’: in fondo è sacrosanto ringraziare tutti quelli che ogni giorno lavorano per il nostro paese e per coloro che ci vivono: forze dell’ordine, medici, lavoratori, etc.
Il problema è che, neanche fosse una zuppa, ci ho trovato dentro un corpo estraneo che proprio non mi va giù, un enorme moscone peloso galleggiare a pancia all’aria, che fumando un sigaro e con occhi minacciosi pareva dire:”‘…zo vuoi?”. Si è presentato verso la fine, quando si è passati dal “…grazie per tutto quello che fate e farete…” al “ci attende un 2025 altrettanto impegnativo…”. Pazienza se gli operatori sanitari sono pochi e allo stremo. Mi risulta ci sia stato lo sciopero di medici e infermieri perché la sanità pubblica rischia il collasso, anche se per me è già in coma. Il governo ci ha messo dentro dei soldi e lo ha fatto come faceva mia nonna, cioè ha dato spiccioli e a chi si lamenta gli si risponde contrariati: ”Ai miei tempi ci si divertiva e si portava anche il resto”.
Insomma il banale messaggio nella mia testa è diventato: ”Ragazzi, continuate così, vi ringrazio perché lo fate e lo continuerete a fare, ma tanto non cambio idea e non fatevi illusioni perché il 2025 è uguale”. Quindi spiace, ma sull’impegno che “ci” attende vedo il discorso un filo sopra le righe e le cose che in questo paese vanno avanti lo fanno “nonostante” il governo e non “insieme” a lui. Inoltre non ho intenzione d’essere spietato perché chi sta vivendo un momento di grande difficoltà c’era già prima di questo governo, tuttavia la platea di molti di essi si è allargata conseguentemente ad alcune leggi introdotte o abrogate, per non parlare del fatto che in campagna elettorale e anche dopo li si è insultati e ancora lo si fa.
Un discorso recitato, una bella citazione – tra l’altro Flaubert diceva pure: ”Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne” – lo sguardo in camera, una gestualità ben ponderata sotto le luci brillanti non possono prescindere dalla realtà delle cose e avrei apprezzato anche delle scuse a chi sta lavorando per sopperire alle carenze d’organico a cui il governo non ha provveduto.
Manca infine il convitato di pietra, il complementare o chi sta dall’altra parte del muro, ovvero: il cittadino, il paziente, etc. Era dovuto un sentito ringraziamento a tutti i malati che con estrema comprensione e granitica pazienza subiscono a volte sgarbi dal personale medico, che è fatto da uomini, donne e che – senza puntare il dito – non sempre riesce a mantenere un certo grado di professionalità.
Teniamo ben presente che nessuna situazione prescinde dalla persona che si è. Se sei una persona comprensiva lo sarai anche in situazioni difficili, se sei un cretino cavernicolo sarai manesco pure nelle condizioni meno avverse. Per cui, in tale panoram,a ulteriori scuse vanno fatte ai medici che subiscono ingiustamente le furie di alcuni pazienti, così ai cittadini e impiegati, a chi deve applicare le regole e a chi le deve subire e così via.
Il motivo è che nessuno di loro e di noi può vivere costantemente sulle proprie spalle le responsabilità che crescono granello dopo granello per l’inettitudine di chi si tiene fuori dalla questione e non fa che girare la clessidra raccontandoci che domani è un altro giorno. Il 2025 presenterà gli stessi problemi peggiorati dalla vecchiaia e dall’assoluta intenzione di non cambiare idea nel modo di governare l’Italia e per giunta in suo nome.
La buona notizia è che comunque si è partiti con la zuppa e si è finiti col polpettone, per cui anche se non si può rimanere delusi quando non si hanno aspettative non si dica che il clima natalizio non è stato rispettato. Gli anni e i governi sono simili in fondo, a quanto pare non ne finisce uno senza augurarsene un altro diverso, per poi ritrovarsi al punto di partenza.
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