“Noi oggi abbiamo delle medie che sono dai 4.500 ai 5.000 passaggi al giorno, che è un numero veramente considerevole, nell’arco di un anno abbiamo più di un milione e mezzo di passaggi. Stiamo svolgendo un’attività solidaristica che non è più sussidiaria, come dovrebbero essere tutte le attività solidaristiche, ma stiamo svolgendo un’attività necessaria e questo è un grosso problema”. A dirlo è Luigi Rossi, presidente di Pane Quotidiano, l’associazione che dal 1898 si occupa di distribuire pacchi alimentari ai milanesi più in difficoltà.
La coda di persone in attesa di ricevere un aiuto al Pane Quotidiano è da anni il termometro per capire “l’altra Milano”, quella città lontana dalle boutique del lusso di via Monte Napoleone o dai grattacieli di City Life. Quel lungo serpentone che si snoda su viale Toscana racconta le storie di giovani e anziani, disabili, italiani e stranieri, disoccupati, pensionati, ma anche tantissime persone che pur lavorando non riescono ad arrivare alla fine del mese.
“A Milano chiaramente le persone non ce la fanno. Qui non è tanto un problema di disoccupazione, probabilmente il lavoro è aumentato, c’è molta più occupazione rispetto al passato, il vero problema è il potere d’acquisto: oggi con uno stipendio medio di 1.400-1.500 euro a Milano non si vive”, ha detto Rossi in un colloquio con l’agenzia di stampa LaPresse. “Noi a Natale facciamo sempre qualcosa in più per rendere anche un pochino più speciale il Natale per i nostri ospiti, chiaramente oltre al panettone, riusciamo a rinforzare un po’ la nostra razione alimentare grazie proprio alle aziende che ci mettono a disposizione più alimenti e soprattutto più varietà di alimenti”.
L'articolo Pane Quotidiano: “Più di 1 milione e mezzo di passaggi l’anno: così non è più attività sussidiaria, ma necessaria” proviene da Il Fatto Quotidiano.