PAVIA. Per tornare ad avere il ponte sul Naviglio di viale Ludovico il Moro funzionante occorrerà attendere un momento compreso tra la metà di aprile e la metà di maggio del 2025. Ieri mattina, in conferenza stampa, è stato presentato il progetto redatto dall’ingegner Marco Cattaneo. L’assessora ai Lavori pubblici, Alice Moggi, ha spiegato che se i lavori inizieranno a metà del prossimo gennaio, il tempo previsto per la realizzazione varierà fra i tre e i quattro mesi.
Cinque mesi oggi
Oggi (domenica) sono esattamente cinque mesi dal 22 luglio, il giorno in cui il ponte venne chiuso al traffico delle auto in via precauzionale. L’assessora Moggi, che ieri era in conferenza stampa con la dirigente dei Lavori pubblici, l’architetta Mara Latini, e con il responsabile del procedimento, l’ingegner Adriano Sora, ha premesso che l’amministrazione è consapevole dei disagi che la chiusura del ponte sta provocando al quartiere città Giardini e a tutta la città in generale, con il traffico “impazzito”.
«Al mio insediamento – ha proseguito Moggi – avevo trovato già tre relazioni tecniche, dal 2021, 2013 e 2024 che riferivano il forte stato di degrado della struttura». Così, il 22 luglio, il Comune ha deciso di chiudere il ponte al traffico delle auto, ma non dei pedoni e dei ciclisti.
L’assessora ha poi ripercorso tutti i passaggi burocratici necessari a conseguire il risultato del progetto esecutivo. Quindi lo stanziamento di 500mila euro il 23 luglio, l’incarico per la verifica tecnica il 19 agosto e la relazione che, l’11 settembre, ha gelato le speranze, rivelando una situazione ancora più grave rispetto a due mesi prima e costringendo l’amministrazione comunale a un cambio di strategia che, ovviamente, ha influito sui tempi. Il 14 novembre è stata decisa la rimozione del ponte attuale e in seguito a un avviso del 5 novembre, finalmente il progetto esecutivo è stato consegnato al Comune. «Non sarà un intervento per “metterci una pezza – ha chiarito Moggi – ma il ponte esistente verrà portato in officina, riparato e rimontato con la prospettiva di durare per i prossimi 50 anni, ovviamente garantendo la costante manutenzione del manufatto».
La manutenzione
Proprio la mancata manutenzione (divenuta obbligatoria solo da pochi anni) è stata l’origine dei guai del ponte che i pavesi conoscono anche come ponte levatoio. Lo ha riferito l’ingegner Cattaneo: «La struttura risale circa agli anni Settanta ed è il classico ponticello “bailey”. Le strutture sono di acciaio, l’impalcato è di legno e su di esso è stato steso l’asfalto».
In assenza di manutenzione e con il trascorrere degli anni e l’azione degli agenti atmosferici, legno e acciaio si sono degradati sino a rendere il ponte incompatibile a sostenere carichi secondo la normativa attualmente in vigore. Il ponte verrà riparato e verranno sostituite tutte le parti che nello scorrere del tempo si sono deteriorate. In base ai disegni mostrati in conferenza stampa, il ponte rigenerato sarà in tutto e per tutto simile a prima. L’unica aggiunta riguarderà la presenza di un marciapiede. Funzionerà a senso unico alternato, con la marcia dei veicoli regolata da due semafori: quindi esattamente come accadeva prima.
Perplessità, invece, riguardano la realizzazione di una passerella pedonale e ciclabile temporanea e parallela al ponte, in attesa che lo stesso venga reinstallato. Il costo (almeno 100mila euro) e i tempi di progettazione (uno o due mesi) inducono dubbi sui quali l’amministrazione sta riflettendo. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche alcuni residenti della zona che hanno manifestato il disagio patito dal quartiere e indicato altri interventi da fare, come ad esempio una migliore illuminazione.