(a cura di Francesco Maconi)
[2] L. Tien b. [5] A. Michelsen 2-4 4-2 1-4 4-0 4-1
Con una corsa verso la semifinale all’esordio da sogno, Learner Tien conferma lo splendido anno che ha avuto: nel 2024 ha vinto 35 match con sole 9 sconfitte, mentre nel tour conta un bilancio di 6-3. La sesta di queste vittorie la ha ottenuta proprio stasera contro Alex Michelsen, sconfitto in un’ora e 34 minuti con il punteggio di 2-4 4-2 1-4 4-0 4-1, andando a guadagnarsi la finale alle Next Gen Finals. Alex, che era arrivato a 0-3 lo scorso anno, nel 2024 era ancora imbattuto e vantava un record di 34-29. I momenti bui a fine incontro sono stati fatali, ma entrambi i giocatori hanno offerto al pubblico (che da alcune uscite è parso oltremodo fuori luogo), un incontro di tutto rispetto. Il match si è giocato sotto lo sguardo attentissimo di Eric Diaz, che conosce a meraviglia e ha allenato entrambi i giocatori, che si sfidano di fronte ai suoi occhi nella loro prima semifinale alle Next Gen ATP Finals.
Il gioco di Tien dovrebbe cercare di muovere Michelsen il più possibile, per impedirgli di mettersi bene in posizione e stabile con i piedi per poter affondare i colpi. Il numero 41 del mondo deve invece cercare soluzioni più rapide, come un congeniale serve and volley, qualora il servizio da solo non dovesse essere abbastanza. Con queste due tattiche in mente, i due giocatori americani si danno battaglia in un acceso set inaugurale, in cui la carenza di prime di Tien (appena 6 su 14) aiuta parecchio Michelsen, che con un vincente lungolinea di dritto arriva a guadagnarsi ben quattro set point (includendo quello del punto secco). Alla seconda occasione, Alex anticipa benissimo l’attacco di Learner e lo infila con un rovescio lungolinea, portandosi per primo in vantaggio durante l’incontro.
Per risollevare le sorti dell’incontro, Tien deve chiamare a sé tutta la sua grinta e anche una buona dose di fortuna, nella speranza che le poche occasioni che Michelsen concede in battuta (a fronte di un 63% di prime al servizio e d un 94% di punti vinti con la prima) possano portarlo in vantaggio. Mentre la grinta gli basta a raggiungere il 40 pari nel terzo game del secondo parziale, un fortunato nastro permette alla palla di andare al di là della rete e di mettere leggermente fuori tempo Michelsen, che attacca lasciando tutto il campo aperto e dando quindi la possibilità a Learner di infilarlo con un rovescio sulla riga lungolinea. È importante notare come, nonostante l’archetipo di questi due giocatori sia completamente differente, nel secondo set ad aver vinto più punti da fondo sia proprio Michelsen, con 12 punti a 8, mentre nel primo parziale aveva la meglio in questa statistica Tien per 10 a 7. Il vantaggio procuratosi con il punto decisivo vinto prima risulta sufficiente per Tien, che riporta l’incontro in parità: un gioco più aggressivo di quello del set precedente e un rinfrescante 83% di prime sono quello che ci voleva.
Il set inizia con una chance di breakkare per Tien, che arriva (con un intermezzo in cui il giudice di linea 2.0 si dimentica di segnalare ben due palle nettamente out) sino al 40 pari, prima di cadere sotto una pesante prima di Michelsen. La situazione si ribalta poco dopo, con quello che pare un dolorino all’anca per Tien, che concede 3 chance all’avversario per strappargli il servizio. Per andare a servire per il set Alex deve trovare un incredibile dritto lungolinea in scivolata, che cade proprio sulla riga di fondo a pochi centimetri dall’angolo con quella laterale. Un’eccellente discesa a rete e un ace portano Michelsen a un solo parziale dalla finale, con il sostegno sempre degli stessi bambini della King Abdullah Sports City Arena, che hanno supportato lo statunitense a più riprese con un classico “Let’s go Alex, let’s go” (quasi sino alla nausea e senza mai appoggiare il povero Tien).
Nonostante un toilet break rigenerante, Michelsen fa fatica a entrare bene nel set e concede ben due palle break a Tien che non si fa sfuggire un’occasione rarissima e si porta in vantaggio per 2 giochi a 0. Grazie a un gioco molto aggressivo e a un dritto che, pur mantenendo un buon margine di sicurezza sopra la rete, fa molto male, Learner riesce a consolidare la sua posizione privilegiata nel set, mentre Michelsen pare con meno concentrazione di quanto dovuto. Alcuni errori di troppo di Alex, specialmente dal lato del dritto (e un errore a rete su un passante largo di almeno un metro), lasciano un’autostrada a Tien verso il set decisivo, con il quarto parziale vinto dal classe 2005 per 4 game a 0.
Michelsen sembra ancora poco convinto e concede nuovamente due palle break a Tien, che, con una risposta lungolinea di rovescio, fa un passante strepitoso sul serve and volley di Alex al punto decisivo: con questo sono sei i giochi vinti di fila da Tien, che ora si trova in una posizione vantaggiosissima all’interno del set, e, a questo punto, anche del match. Michelsen deve praticamente sperare in un miracolo, perché la sua forma negli ultimi game è stata alquanto pessima e deve recuperare un break di svantaggio, stando prima attento anche a non farsi rubare il servizio per la quarta volta consecutiva (che per un giocatore simile sarebbe un dato sicuramente preoccupante). La luce divina non pare, purtroppo, illuminare il classe 2004, che concede ancora due palle break, e quindi match point, anche se queste occasioni vengono però disinnescate. Questo game, tuttavia, vale come un gol della bandiera, con Tien che al gioco successivo trova quattro match point, convertendo il primo su un errore di Michelsen. Ad aver avuto la meglio, tra questi due amici, è quindi il più piccolo dei due, che aspetta in finale il vincitore tra Fonseca e Van Assche.