IVREA. Stessa età (nati entrambi nel 1932), sposati da 70 anni. Lui si chiama Gianni, lei Gianna. Si potrebbe dire che la loro storia era scritta nel destino. Eccola. E sono proprio loro, Gianni Pietro Ferrazza e Gianna Capitanio a raccontarsi. I due si sono incontrati in un paesino della Svizzera, dove Gianna viveva e dove Gianni lavorava. Il primo incontro è avvenuto casualmente, come potrebbe accadere in un film: i due si sono incrociati su un marciapiede.
GLI INCONTRI
Lui la nota e si ferma, lei è dolorante perché è appena stata dal dentista. Si salutano, e ciascuno per la sua strada. Si rincontreranno solo dopo, per caso, in chiesa. Lui la vede, lei è vestita di bianco e ha dei capelli biondi lunghissimi, che lo incantano. C’è un terzo incontro e fu quello da cui tutto cominciò: Gianni suona all’interno di una sala da ballo e la vede ballare. La nota, un’altra volta. E decide che non può lasciarla allontanarsi ancora. Sedutosi vicino a lei, le tira i capelli in modo giocoso per attirare la sua attenzione: lei si gira indispettita. Sì, avete letto bene. Comincia da qui la loro storia d’amore, che culmina nel matrimonio e nella nascita dei loro tre figli. I due, Gianni e Gianna, da quel giorno lontano non si sono mai più separati. «Io vivevo in Svizzera - così ricorda Gianna - la mia famiglia abitava lì, anche se sono originaria di Bergamo. All’epoca lavoravo in una fabbrica di oreficeria. La mia prima figlia è nata in Svizzera, poi ci siamo dovuti trasferire ad Acqui Terme. Siamo venuti ad Ivrea dopo che mio marito ha fatto il pendolare da Acqui Terme ad Ivrea per ben cinque anni: partiva il lunedì mattina per ritornare il venerdì sera». Questo il racconto di Gianni: «L’incontro con mia moglie è stato totalmente casuale. Prima ci siamo incrociati su un marciapiede, in seguito in chiesa, e poi finalmente alla sala da ballo, dove ho potuto scambiare le prime parole con lei. In quel periodo in Svizzera suonavo in una banda militare, poi ho messo su un complesso con i miei amici. So suonare il clarinetto e il sax, ho suonato in quattro o cinque bande sino ai miei 80 anni, tra cui la banda di Ivrea, Piverone, Montalto Dora e Torre Balfredo».
SPOSI NEL 1954
Gianni continua e ricorda quei giorni: «Sono rimasto incantato da mia moglie, una bellissima donna. Sapete, è stata anche Miss Bergamo. Ci siamo sposati a settembre del 1954. Siamo andati a vivere in una vecchia cascina ad Acqui Terme, lì lavoravo all’interno di una fabbrica di macchine utensili. Dal 1961 ho cominciato a cercare un nuovo lavoro: dovevo scegliere tra la Fiat e la Olivetti. Ero sicuro, grazie ai racconti di persone che conoscevo direttamente, che in Olivetti i dipendenti vivevano bene. Benissimo. così ho scelto. Mia moglie è stata con i bambini nella vecchia cascina, fino al 1966. E poi ci siamo trasferiti». Prima casa in Canavese a Piverone. «A Piverone siamo rimasti per 10 anni, per poi stabilirci ad Ivrea, nella casa in cui abitiamo ancora oggi – prosegue – . Sono stato assunto alla Olivetti nel 1961. In quegli anni l’ambiente era ottimo, poi le cose sono diventate pian piano molto diverse da come Adriano Olivetti le aveva prefissate e da come desiderava».
PRESENTE DA NONNI BIS
Oggi Gianna e Gianni sono orgogliosamente bisnonni, e con fierezza Gianni parla di come, con molta forza di volontà e pazienza, una storia d’amore possa essere portata avanti per tutto questo tempo: «Bisogna andare avanti nel bene e nel male, con tutte le peripezie che possono capitare. Io sono sempre stato bene, a parte qualche piccolo acciacco, invece mia moglie ha avuto diversi problemi, affrontando coraggiosamente il tumore al seno. Lei ha sempre avuto molta forza, e io l’ho sempre sostenuta: abbiamo superato tutto con pazienza ed amore, siamo ancora molto legati e lo siamo stati sempre». Alla domanda di come si possa riuscire a mantenere in piedi una relazione così solida, Gianni risponde sorridendo: «Bisogna avere pazienza e sopportarsi. Non è sempre facile, ma io non ho mai avuto, e credo neanche mia moglie, l’intenzione di separare le nostre strade. Ci sono state, com’è ovvio, delle piccole crisi passeggere, ma le abbiamo sempre superate. Per portare avanti una relazione è importante capire i problemi altrui ed immedesimarcisi, è importante provarci sempre, interessarsi alle cose altrui e non lasciarle andare. Bisogna lottare per avere qualcosa dalla vita, non si deve essere mai indifferenti».
La chiacchierata con Gianni e Gianna termina con un pizzico di amarezza, ma non per la loro storia personale: i due sono stati molto attivi sul piano dell’impegno, hanno sostenuto diverse battaglie per ottenere diritti che oggi rischiano di essere messi in discussione. Gianna è stata promotrice, nel 1975, della legge sul divorzio e sul diritto all’aborto, è stata coordinatrice ad Ivrea. Gianni, e prima di lui anche il padre, ha combattuto molto per altre cause. Oggi la coppia nutre poca speranza nel vedere come pian piano, quelle conquiste rischino di crollare.