Ivrea
Finisce in una bolla di sapone la proposta di revoca del presidente del consiglio comunale. E non solo perché la maggioranza fa quadrato attorno a Luca Spitale, confermandolo alla guida dell’assemblea cittadina, ma perché in una delle sedute più importanti di questo 2024 (ieri sera si votava anche il bilancio) dell’opposizione si presentano in aula appena tre consiglieri, la metà. La migliore sintesi di questo scontro politico che vede Spitale nel mirino delle minoranze la fa la consigliere di Viviamo Ivrea Vanessa Vidano: «Le accuse che state muovendo infangano il lavoro del presidente e anche la sua persona e questo fa davvero male. Spiace perché fino a qualche giorno fa pensavo che questa fosse un’opposizione capace di portare valore aggiunto a questa assemblea». «Più leggo questa vostra richiesta di revoca e più non ne comprendo le ragioni – ha concluso Vidano –. Il presidente ha sempre cercato di venire incontro alle vostre richieste e questo è stato male interpretato».
[[ge:gnn:lasentinella:14899476]]
A difendere le ragioni dell’opposizione c’è Andrea Cantoni di Fratelli d’Italia che all’inizio della seduta parla di una generica violazione di legge in quanto a presiedere il consiglio durante la trattazione della revoca siede la consigliera Fiorella Pacetti, moglie del sindaco (Spitale durante la discussione infatti siede sui banchi di maggioranza e al momento del voto esce dall’aula). «Nulla di personale verso Spitale, lui sa che gode della mia stima personale e politica – spiega Cantoni – ma il suo non rispettare il regolamento e i suoi continui interventi che poco hanno avuto di imparziale hanno impoverito il dibattito consiliare e reso impossibile qualsiasi lavoro di sintesi tra maggioranza e opposizione». Sulla stessa lunghezza d’onda il Paolo Noascone (in aula insieme a Tony Cuomo) che ha rimproverato a Spitale «una continua interpretazione del regolamento e un atteggiamento che non ha contribuito a rasserenare gli animi. Non abbiamo sottoscritto questa richiesta a cuor leggero e mi auguro che lei possa tornare a presiedere questa assemblea con l’imparzialità che l’ha contraddistinta nei primi mesi del suo mandato».
Barbara Manucci, capogruppo del Pd, difende l’operato di Spitale «sempre ispirato ai valori di terzietà». «Anche durante le riunioni di capigruppo, preparatorie ai lavori in aula, ha sempre cercato di agevolare il lavoro dell’opposizione - ha argomentato Manucci -. Questa richiesta di revoca ha ragioni incomprensibili; è basata su interpretazioni cavillose e capziose del regolamento del Consiglio. Tutte le volte che Spitale ha voluto esprimere la sua opinione lo ha fatto precisando in maniera chiara e netta che stava parlando come consigliere comunale. Lo ha fatto perché la legge glielo consente. Questo attacco nei suoi confronti è personale e strumentale e non ha nulla a che vedere con il lavoro del consiglio comunale». «Forse l’unica critica che gli si può avanzare - conclude Manucci - è che è stato troppo attento alle vostre richieste generando interpretazioni e malintesi che questa sera sono sfociati in un’assurda richiesta di revoca».
Dal capogruppo Laboratorio civico Andrea Gaudino è arrivato pieno sostegno a Spitale: «Ribadiamo la nostra fiducia al presidente del consiglio, che non è mai venuto meno ai principi di neutralità e imparzialità. Ha sempre dato spazio a tutti facendo rispettare il regolamento».
Duro anche l’intervento del sindaco Matteo Chiantore: «Cantoni questa sera ha perso l’esercito al suo seguito; presentata con convinzione la revoca è stata difesa da pochi consiglieri». «Nel merito - precisa il sindaco - non c’è una sola accusa che voi muovete a Spitale che possa minimamente rientrare nei casi di manifesta e reiterata imparzialità e violazione delle norme statutarie. Vorrei che fosse chiaro a tutti che la neutralità richiesta al presidente del consiglio comunale, così come ribadito da più sentenze, non affievolisce in nessun modo il suo diritto di intervenire come consigliere comunale nella discussione politica». «Invito il consigliere Cantoni - ha concluso il sindaco - a utilizzare gli strumenti della richiesta di revoca, o come in passato l’abbandono dell’aula, con più serietà».