IVREA. Assegnazione provvisoria della gara per la progettazione dell’ospedale di Ivrea. Le verifiche, a norma di legge, sono in corso e se non ci saranno problemi, l’assegnazione definitiva potrebbe avvenire già entro l’anno. La notizia è stata comunicata nel corso della conferenza dei sindaci dell’Asl/To4 di mercoledì mattina, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi. Riboldi stesso ha sottolineato come questo sia un passo avanti importante nell’iter per la realizzazione dell’edificio (il cronoprogramma parla di circa 9 anni) e ha messo la parola fine al dibattito che ancora è stato sollevato (dal sindaco di Pavone, ndr) sulla localizzazione, che tanto ha diviso il territorio.
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DIVISIONI STOP
«Non è questa la sede per riaprire un dibattito – ha sottolineato – ma come per tutte le cose sono a disposizione di sindaci e di gruppi consiliari per valutare ogni tipo di situazioni. Dico, però, con molta serenità, che sulla localizzazione degli ospedali siamo avanti: io ho ereditato una situazione compiuta, con il dialogo con le comunità locali concluso, con parti che andavano in un senso e nell’altro. È chiaro a tutti che io ora devo concretizzare quei progetti il prima possibile. La lancetta del tempo scorre, abbiamo la possibilità di finanziamenti e li dobbiamo sfruttare perché non sono eterni».
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SCARPETTA LASCIA
Riboldi ha spiegato alla conferenza dei sindaci la sua idea di sanità, ufficializzando anche il fatto che Stefano Scarpetta, direttore generale Asl/To4 dal 2021, non sarà più ai vertici dell’azienda sanitaria canavesana. Intervenendo dopo la sua relazione sulle attività, ha sottolineato: «Quello di oggi è un momento di congedo del direttore generale, chiamato a svolgere altri difficili compiti nella sanità piemontese. Voglio ringraziarlo per il suo impegno». Nessuna indicazione sul successore, che dovrebbe essere nominato a brevissimo anche se le voci di corridoio parlano di un possibile ritorno di Luigi Vercellino, di Colleretto Castelnuovo, già commissario in Asl/To4 nel 2020.
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OBIETTIVO RINNOVAMENTO
È il punto sul quale Riboldi punta di più, chiedendo sostegno e aiuto ai sindaci, che rappresentano le comunità locali. Parte da un elemento della relazione di Scarpetta (la nomina di 34 direttori di struttura complessa su 66 direzioni in azienda) per spiegare la sua idea di sanità e dire chiaro che è ora di cambiare. «Vorrei far notare a tutti che il tema dei 34 nuovi primari è molto importante. Significa aver rinnovato in maniera profonda la struttura della sanità locale. Io lo sto facendo con le nomine in alcune posizioni chiave della nostra sanità e nelle nostre aziende e quando si rinnova in maniera profonda si creano molti più malumori che commenti positivi perché si incide sulle comfort zone». Riboldi aggiunge: «Cambiare le cose è sempre più difficile che lasciarle immutate. Ma è l’unico modo che ha la sanità piemontese per uscire da questo momento di guado. Attenzione: io lo chiamo guado perché non siamo travolti dalla piena ma non siamo neanche serenamente trasportati da un’imbarcazione che non può affondare. Questo non lo dico io, ma i conti. Lo dice quella forchetta tra l’8 e il 12% di persone che oggi non accede alle cure, perché non ha i soldi per la sanità privata, vive in una condizione di fragilità e non riesce ad entrare nell’alveo della sanità pubblica. Ripeto: l’unico modo che abbiamo è cambiare, innovare, fare scelte coraggiose e lavorare insieme».
LE STRATEGIE
«Creare una rete sanitaria territoriale e oggi è l’unico metodo che abbiamo per fare efficienza», ha chiarito Riboldi evidenziando come l’anno prossimo sarà difficile riottenere finanziamenti aggiuntivi per finanziare il sistema. Allo stesso tempo, sa che la parola efficienza fa alzare il livello di attenzione: «Efficienza è una brutta parola perché spesso dietro sono stati nascosti i tagli. E quindi in nome di una efficienza tutta da comprendere si sono create Asl elefantiache che oggi sono difficili da gestire, si cono create macrostrutture che non performano. Ci si è dimenticati che nella sanità la vicinanza degli organi direttivi alla macchina operativa crea vantaggio. Per me, invece, efficienza vuol dire far funzionare la macchina, spendere meno nelle spese generali, investire di più nelle spese cliniche. I prossimi direttori avranno il compito di lavorare per ridurre le spese improduttive. Nel momento delle scelte ci vuole coraggio. Chiederò di lavorare per la creazione di gruppi di trasporto sanitario, per consentire a chi è solo o non ha l’auto di essere accompagnato a visite e terapie. Chiederò alle strutture che hanno il personale di lavorare sabato, domenica e la sera per aiutare a recuperare le liste di attesa, non più accettabili. Nessuno deve rester indietro».