Ma quanto è realmente cambiato il tennis negli ultimi anni? Il livello dei FAB 4 era veramente così tanto superiore a quello dei due giovanissimi fuoriclasse d’oggi? Forse, rispondere, è impossibile. Un tennis diverso, racchette differenti, palline che cambiano…Pochi sono i dettagli rimasti identici a se stessi: e come potremmo comparare due sport così diversi?
A esser diminuito, almeno secondo Tomas Berdych, è l’estro creativo. Che non significa certo un peggioramento del livello generale, ma quanto meno una riduzione dello spettacolo. Il ceco, ex numero 4 del mondo e finalista dell’edizione 2010 di Wimbledon, è stato intervistato da Tennis Major, raccontando le sue e le nuove rivalità, attraverso un parallelismo troppo complicato da completare.
“Credo che il gioco sia cambiato, sicuramente, è diventato meno creativo. Se guardiamo i primi 10 giocatori del ranking non si notano molte differenze fra loro, almeno secondo me. Non sto dicendo che sia un bene o un male, è così perchè una nuova generazione ha preso il controllo del tennis maschile, e questo è il modo in cui giocano”. Analizzando quelli che sono i dieci più forti giocatori al mondo, effettivamente, non è facile trovare chi venga descritto come un giocatore dal tennis spettacolare: Alcaraz è quello avente più variazioni, ma spesso difficoltà quando costretto a giocare un tennis pensato. Sinner, Zverev, Fritz, Medvedev, Djokovic, Rublev, de Minaur, tutti tennisti dalle enormi qualità, ma che certamente non fanno del bel gioco, la loro firma. C’è Dimitrov, alla decima posizione, ma che forse appartiene più alla scorsa generazione, che a questa.
“Se mi domandate se sarei in grado, o se mi piacerebbe mettere il me stesso più giovane contro di loro, allora la risposta sarebbe affermativa. Sarebbe davvero una bella esperienza giocare con questi ragazzi. Sono confronti sempre molto difficili, nel pratico non si possono fare, possiamo solo discuterne“.
“Il tennis ha bisogno di una rivalità importante: fa bene a tutto il movimento. – Racconta di Sinner e Alcaraz – Solo così possono entrambi diventare giocatori migliori: esattamente com’è accaduto quando giocavo io. Se ci fosse solo un Sinner, sarebbe difficile anche per lui mantenere la motivazione e la grinta. Quindi penso sia una cosa molto positiva, e spero che presto ne arrivino altre, per il bene del tennis”.
Berdych ha affrontato Federer per ben 26 volte nel corso della sua carriera, uscendo solo in 6 occasioni vincitore. Per molti, il ceco è il giocatore più forte di sempre a non aver mai ottenuto una vittoria in un torneo del Grande Slam, ma, d’altronde, gli ostacoli erano fin troppo alti. E se fosse vissuto in un’epoca diversa? “Sono stato molto fortunato a giocare nella loro epoca: mi hanno reso migliore. Sono una persona molto realistica e il mio approccio al tennis è sempre stato quello di ottenere il massimo da me stesso. Se questo significava essere fra i primi 100, bene, tra i primi 50, meglio. Qualunque siano le tue aspettative, per raggiungere l’obiettivo hai bisogno anche dei tuoi avversari: sono loro a renderti un giocatore migliore. Se hai avversari di livello molto alto e non vuoi perdere contro di loro, allora cerchi di raggiungere il loro livello. Aver potuto giocare contro tutti loro e aver fatto parte di un’epoca storia è stato speciale e unico. So di aver fatto tutto quello che potevo, ma purtroppo mi sono ritirato con zero Slam. Sono in pace con me stesso, e questa è la cosa più importante”.
Il ceco ha giocato una sola finale Slam in carriera, a Wimbledon nel 2010, perdendo in tre set da Rafael Nadal. Negli altri tre tornei Major, almeno semifinale: due all‘Australian Open, sconfitto da Wawrinka e Murray, e una volta a Parigi e New York, venendo rispettivamente eliminato da Nadal e Murray. Numeri meravigliosi, ma che sfortunatamente non sono mai bastati.