Pagare dai 10 euro al mese (o 80 euro all’anno) per vedere le partite del campionato di calcio e correre il rischio che la Guardia di Finanza – bloccando a monte l’IPTV illegale che consentiva la trasmissione dei match – oscuri tutto. È successo questo ed è stata una grande operazione dei finanzieri che, attraverso le metodologie d’indagine che hanno sempre utilizzato, sono riusciti a sgominare la più grande IPTV illegale italiana, che aveva circa 6mila utenti e che era coordinata da tre soggetti (attualmente indagati) che avevano messo in piedi un giro d’affari superiore agli 850mila euro. Il tutto – esattamente come era successo con l’operazione takendown a novembre – senza che il Piracy Shield abbia avuto un ruolo attivo nell’operazione. Anzi, ci si chiede – e lo faremo in un altro articolo del nostro monografico di oggi – come sia stato possibile che lo scudo anti pirateria non abbia rilevato questa grande rete di violazione del diritto d’autore.
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Funzionava così: le 6mila persone che pagavano una sorta di abbonamento accedevano ai contenuti illegali attraverso 46 siti web, di cui 19 inibiti nel corso delle indagini e 27 oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza. Gli agenti hanno individuato anche la sorgente di tutta l’infrastruttura, assestando un colpo definitivo a tutta la rete. Infatti, era proprio questa sorgente a dirigere il reindirizzamento dei contenuti, nel caso in cui uno o più IP fossero stati bloccati.
Ma dietro al mondo criminale dell’IPTV c’era molto di più. Nell’ambito delle indagini, la Guardia di Finanza ha avuto modo di rilevare anche la presenza di materiale pedopornografico. Inoltre, nel contesto del sequestro, gli agenti hanno individuato server abusivi, strumenti per il mining delle criptovalute, sostanze stupefacenti. Al momento, i tre indagati hanno ricevuto un trattamento differente: per il promotore dell’iniziativa è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per i suoi complici è previsto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Sanzionati – con il livello base della multa, da 154 euro – anche gli utenti del servizio. E anche sulla portata di questa sanzione ci sarebbe molto da discutere, visto i costi degli abbonamenti ufficiali e regolari per gli stessi contenuti che, attraverso l’IPTV, venivano diffusi in maniera illegale.
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