A Las Vegas va in scena l’ultimo atto della seconda edizione della NBA Cup, con i Milwaukee Bucks che portano a casa il trofeo contro i “ghiacciati” – anche se si giocava nel deserto del Nevada – Oklahoma City Thunder. Ghiacciati perché la loro percentuale dall’arco è terribile: 5/32 (15.6%). D’altro canto, i Bucks hanno tirato da tre con un buon 42%.
Il punteggio è basso per una partita NBA, complice la difesa forte da entrambe le parti, ed è qui che possiamo parlare del solo ed unico Giannis Antetokounmpo, un giocatore incredibile su tutti e due i lati del campo. Per lui una tripla doppia da 26 punti, 19 rimbalzi e 10 assist e il premio di MVP, il secondo nella storia della competizione (l’anno scorso LeBron James). Il greco è affiancato da un Damian Lillard che dà il suo contributo, anche se si tratta di un apporto diverso da quello che dava alla sua squadra quando era a Portland. Per lui “solo” il 50% dall’arco e grande sicurezza in campo come al solito.
Il successo dei Bucks è meritato, perché la squadra di Doc Rivers ha concluso la NBA Cup imbattuta, anche se il loro record complessivo nella regular season dice 15-11, frutto di un bruttissimo inizio di campionato. Tutti sicuramente si sarebbero aspettati di più da un team con i due “capitani” che ormai sono delle certezze, ma anche Chris Middleton (che non era a referto stanotte), che ha giocato in maniera non buona le ultime uscite dopo essere rientrato da un infortunio.
Parlando sempre di Milwaukee, si vedono ottime cose anche da Brook Lopez e Gary Trent Jr., due giocatori di cui si parla sempre poco. Un po’ meno da parte di Bobby Portis.
Dall’altra parte, invece, c’è da dire che SGA e compagni sono fino a questo momento autori di una stagione molto positiva, primi nella Western Conference. Il pronostico di questa partita, infatti, era sicuramente a loro favore.
Per la squadra di coach Daigneault sono stati in pochi ad impostare azioni concrete: Shai Gilgeous-Alexander, tuttavia, sbaglia parecchi tiri, esattamente come Jalen Williams. Per loro complessivamente un 16/44 dal campo, ed un +/- negativo (entrambi -17).
L’unico a giocare all’altezza delle sue possibilità per OKC è Isaiah Hartenstein, che chiude in doppia doppia con 16 punti e 12 rimbalzi. Nella squadra dell’Oklahoma sta trovando lo stesso spazio che aveva ai New York Knicks, se non addirittura maggiore.
Per Alex Caruso molti minuti in meno rispetto agli scorsi anni ai Chicago Bulls. Forse ha ancora bisogno di adattarsi alla sua nuova squadra e al nuovo sistema di gioco, ma per il momento è veramente impalpabile nei pochi minuti in cui scende in campo.
Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca ad OKC ma che non “intacca” l’ottimo inizio di stagione regolare, con 20 vittorie e solo qualche “macchia”, ovvero due volte contro Houston, una volta con San Antonio ed un’altra volta Milwaukee.
Si chiude, dunque, il capitolo della NBA Cup di quest’anno. Adesso si riprende con la NBA “normale”: chi potrebbe ambire al titolo? La risposta ancora non la conosciamo, anche se Kendrick Lamar ha pubblicato il suo nuovo album; quindi la risposta potrebbe essere scontata dato che ogni volta che il rapper di Compton pubblica un album i Golden State Warriors vincono… vedremo.
Si ringrazia pagina Facebook “NBA” per il materiale fotografico e pagine Youtube “Oklahoma City Thunder” e “Hooper Highlights” per quello video.
Dario Salvatorelli
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