Rafforzamento dell’Italia e dell’Europa all’interno della Nato, pragmatismo con Donald Trump, sostegno incondizionato all’Ucraina e dialogo con la nuova leadership siriana. Sono solo alcuni dei punti sull’agenda di Giorgia Meloni che li ha presentati nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. La presidente del Consiglio sarà a Bruxelles già domani, dove prenderà parte al vertice con formula Weimar plus (Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Italia) al quale parteciperà anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, invitato dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte.
Pragmatismo in Ue e con Trump
Pragmatismo e concretezza sono i due termini sottolineati da Meloni nel corso del suo intervento nell’Aula di Montecitorio. Li richiede all’Ue nella gestione dei lavori del Consiglio europeo, quando dice che quello del 19 “sarà di fatto il primo di questa nuova legislatura europea, il primo presieduto dal nuovo presidente Antonio Costa che ha manifestato a me e agli altri capi di Stato e governo la volontà di rendere i lavori più snelli e concreti, evitando di addentrarsi nelle conclusioni in questioni di dettaglio. È una impostazione che condivido molto, oggi più che mai di fronte a sfide nuove e più complesse di fronte a cui c’è il rischio di marginalizzazione se non di irrilevanza dell’Europa c’è la necessità di focalizzarci”. E lo ha ripetuto anche in relazione ai rapporti da intrattenere con il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: “È indispensabile mantenere un approccio pragmatico, costruttivo e aperto con la nuova amministrazione Trump, sfruttando le aree di potenziale e fruttuosa cooperazione Ue-Usa e cercando di prevenire diatribe commerciali che certamente non farebbero bene a nessuno”. E a chi insinua il rischio isolamento dell’Italia in Europa risponde: “I fatti dimostrano l’esatto contrario”.
Sostegno incondizionato a Kiev
L’Ucraina è il dossier principe anche del prossimo Consiglio e su questo Meloni dimostra continuità con le politiche europee di contrasto alle azioni russe e pieno sostegno alla causa di Kiev fino a quando non si creeranno le condizioni ritenute sufficienti da Zelensky per sedersi al tavolo dei negoziati. “In Ucraina siamo in campo per la costruzione di una pace giusta e duratura, basata sulla carta dell’Onu, è il nostro obiettivo – ha detto – Dobbiamo coinvolgere attori globali per raggiungere una pace giusta, l’Italia farà la sua parte”. E ha assicurato che la linea di credito Usa-Ue da 50 miliardi concordata per il 2025 sarà erogata presto grazie alle garanzie derivanti dai beni russi congelati in Europa, “un lavoro estremamente complesso che ha portato a un risultato estremamente importante, un successo della presidenza italiana del G7”.
Rafforzare la difesa Ue per rafforzare la sua forza nella Nato
L’Ucraina, come è noto, rappresenta però anche un tema di sicurezza interna per l’Unione europea e per questo Meloni sostiene che se il gruppo dei 27 ha “la pretesa di essere più forte e autonoma non può prescindere dal comune impegno per rafforzare la sua Difesa costruendo finalmente un pilastro Ue della Nato, da affiancare a quello americano con pari peso e pari dignità. Il nostro impegno nei confronti dell’Alleanza atlantica rimane la pietra angolare della nostra sicurezza ma certamente l’Europa deve puntare ad avere un ruolo maggiore al suo interno”. E per farlo sposa la linea secondo la quale è arrivato il momento di pensare a degli eurobond per la ricerca, sviluppo e produzione nel settore degli armamenti: “È vitale progredire rapidamente sulla strada dell’autonomia strategica aperta, cercare soluzioni innovative per garantire fondi adeguati agli investimenti necessari, ad esempio avviando un dialogo concreto sulla possibilità di emettere obbligazioni europee per investimenti sulla Difesa, continuando a spingere per l’esclusione degli investimenti sulla difesa dal calcolo del rapporto deficit/pil nel Patto di stabilità”.
“Dialogare coi ribelli jihadisti siriani”
Dopo la pubblicazione della notizia su una presunta offerta di sostegno da parte del direttore dell’Aise al regime di Bashar al-Assad a pochi giorni dalla caduta, Meloni affronta anche il tema siriano e si dice felice per la fine della dittatura e apre alla collaborazione con i nuovi padroni di Damasco: “La caduta del regime di Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana dopo oltre un decennio di guerra civile. Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, hanno una diversa estrazione e interessi potenzialmente contrastanti. C’è ovviamente preoccupazione per il futuro della nazione. L’Italia, l’unica tra le nazioni del G7 ad avere un’ambasciata aperta a Damasco, è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana, ovviamente in un contesto di valutazioni e azioni condiviso con i partner europei e internazionali”. Al momento, la premier si dice ottimista per lo sviluppo della situazione: “I primi segnali sembrano incoraggianti ma serve la massima prudenza – dice Meloni – Alle parole devono seguire i fatti e sui fatti giudicheremo le nuove autorità siriane. Elemento decisivo sarà l’atteggiamento verso le minoranze etniche e religiose. Penso ai cristiani, che hanno già pagato un prezzo altissimo, troppo spesso oggetto di persecuzione”.
L'articolo Meloni alla Camera chiede “pragmatismo” con Trump. “Serve un pilastro Ue nella Nato. Dialogare con i ribelli siriani” proviene da Il Fatto Quotidiano.